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The 10 Best Albums of this Decade (2010-2019)

I migliori album internazionali, irlandesi e italiani del decennio.


L’anno scorso di questi tempi ho pubblicato la mia personale lista dei miei 10 migliori album del 2018. Quest’anno finisce un decennio caratterizzato dalla morte degli album, dalla consacrazione del trap e dell’hip hop e della irrilevanza della musica acquistata in negozio. Anni musicali tristi, desolati, nostalgici e sgangherati, ma con dei capolavori inaspettati. Quale migliore occasione per celebrare i 10 migliori album (internazionali, irlandesi e italiani) del decennio?

World

1 –Preservation Hall Jazz Band – That’s It!

Quando menzioni la musica di New Orleans, alcune persone pensano che appartenga a un museo – una reliquia del passato. Ma l’album della Preservation Hall Jazz Band That’s It dimostra che nulla potrebbe essere più lontano dalla verità. Nel 2013, la Preservation Hall Jazz Band ha segnato il suo 50 ° anniversario e questo album è il primo della sua illustre storia interamente dedicato al materiale originale. Il leader della band Ben Jaffe ha dichiarato che il 50 ° anniversario è stato “about the next 50 years,” e  That’s It!  è l’esempio perfetto di ciò. I momenti salienti includono il musicista di New Orleans di quarta generazione Charlie Gabriel che canta magnificamente nel suo stile baritono in Come With Me to New Orleans, e il solo assalto di Mark Braud sulla title track che dimostra perché è uno dei giovani musicisti di tromba più entusiasmanti del jazz di oggi.

2 –Vampire Weekend – Modern Vampires of the City

“Il tono perfetto è a metà strada tra profondamente serio e totalmente delirante”, ha detto Ezra Koenig a Pitchfork nel 2013. Modern Vampires of the City è un album di mortalità, moralità, Dio, incertezza e decadimento romantico, tanto quanto è un album di scherzi, giochi di parole e riferimenti sciocchi. Tutti questi elementi si combinano in canzoni come “Diane Young”, “Hannah Hunt”, “Step” e “Ya Hey”, una canzone di redenzione contemporanea con un titolo che allude sia al Dio dell’antico testamento Yahweh, sia agli “Hey Ya” di Outkast. “Ma di tutti i momenti che catturano il disagio e l’incertezza dell’ultimo decennio, così come l’oscura speranza comica necessaria per andare avanti, c’è una linea su”Finger Back”, quindi conclude Koenig:” Non voglio vivere così, ma non voglio nemmeno morire”.

3 – David Bowie –  Blackstar

David Bowie ha trascorso tutta la fine della sua carriera in declino dal periodo jungle in poi, ma nel suo ultimo album uscito 2 giorni prima della sua morte ha raggiunto le vette dei suoi primi lavori. Nessuno sapeva che Bowie vivesse segretamente con il suo cancro allo stato terminale. Come ha detto il suo produttore Tony Visconti, “Ha fatto Blackstar per noi, il suo regalo di addio”. È il testamento di un uomo che sa di non avere tempo da perdere – si estende nel jazz spaziale fantascientifico, traendo ispirazione da Kendrick Lamar e D’Angelo, ancora sperimentando fino alla fine. Visconti lo ha riassunto: “La sua morte non è stata diversa dalla sua vita – è stata un’opera d’arte”.

Honourable mentions:

  • Pistol Annies – Interstate Gospel
  • Bruce Springsteen – Wrecking Ball
  • Billie Eilish – When We All Fall Asleep, Where Do We Go?
  • Leonard Cohen – You Want It Darker
  • Lorde – Melodrama

Ireland

4 – Lisa O’Neill – Same Cloth or Not

Chiunque abbia avuto la fortuna di vedere Lisa O’Neill dal vivo nell’ultimo decennio è consapevole della direzione che ha preso la irish music. C’è una familiarità confortante nella triste “Coward’s Corner”, la sdolcinata “Dreaming” e la minimalista “Apiana” con pianoforte. Altre canzoni, come ‘Come Sit Sing”, trasformano il tradizionale modello folk acustico in una struttura più complessa che include la band. La voce idiosincratica di O’Neill, unita alla produzione di David Kitt e ad una sorprendente raccolta di piccole storie – che si tratti di lamentarsi di un amante assente (“England Has My Man”) o di opzioni di trasporto mancante (“No Train to Cavan”) – che rendono questo uno degli album irlandesi più belli del decennio.

5 – Little Green Cars – Absolute Zero

Giovanissimi, il quintetto di Dublino Little Green Cars con questo album di debutto ha mostrato una forte maturità e una straordinaria padronanza della scrittura di canzoni classiche. Sono stati associati spesso ai Fleetwood Mac con canzoni come “Please”, “My Love Took Me Down to the River to Silence Me” e “Them”, ma con riferimenti a Harper Lee e Kurt Vonnegut i LGC rielaborano a loro modo la cultura americana, sia nella musica che nei testi con temi legati alla giovinezza, l’età, la follia e l’amore non corrisposto. Purtroppo non sono più una band (ora potete ascoltare i Soda Blonde), ma i Little Green Cars hanno mostrato esattamente ciò di cui erano capaci con questo set di canzoni gloriose, intrise di armonia e estremamente ben realizzato con ottimi arrangiamenti.

6 – Bell X1 – Chop Chop

Comincia con un rullo di batteria, un’increspatura di piano e una voce che tremando canta “Starlings over Brighton pier, what do they know, what do they hear?”. Entro un minuto capisci che i Bell X1 hanno intrapreso qualcosa di speciale e davvero rivelatore. È l’equivalente musicale di entrare in un grande armadio, frugare tra i vestiti appesi alle grucce e poi scoprire un passaggio che conduce in un altro mondo più accattivante e spesierato. Co-prodotti da Peter Katis e Thomas Bartlett e registrato a Bridgeport, Connecticut nel 2013, Chop Chop è un disco breve (nove brani, poco più di 37 minuti), ma rappresenta una svolta artistica della band. La strategia per mantenere l’album veloce e godibile è quella di non inserire nessuna canzone da saltare. Quando arrivi a “Feint Praise”, con le sue linee di basso Motown e i fraseggi soul, sei consapevole che i Bell X1 hanno pubblicato il miglior album della loro carriera.

Honourable mentions:

  • O Emperor – Jason
  • The Chieftains feat. Ry Cooder – San Patricio
  • Hozier – Hozier
  • Lankum – The Livelong Day
  • Rhiannon Giddens with Francesco Turrisi – There is No Other

Italy

7 –  Brunori SAS – A casa tutto bene

Il primo album di Brunori ha cambiato il gioco, ma quello era il 2009 e non rientra in questo decennio. Allora nessun dubbio: riascoltiamo “La verità”, che ci parla di noi più di quanto siamo disposti ad ammettere. Dodici canzoni contro la paura, splendide e toccanti, che portano Brunori nel gotha della musica che conta, fra teatro, palchi e tv. In questo decennio Dario Brunori ha consolidato il suo ruolo di cantautore capace di far sorridere e commuovere, A casa tutto bene è la definitiva consacrazione di un artista adulto all’apice della sua maturità stilistica.

8 – Calcutta – Mainstream

Impossibile parlare della musica italiana degli anni ’10 senza citare Calcutta, l’impersonificazione del nuovo modo di essere cantautore.  Quello che ha sdoganato la musica che viene dal basso e punta in alto. Calcutta è il volto più rappresentativo dell’ondata che ha travolto il panorama musicale italiano a metà decennio, modificando radicalmente tutti i paradigmi. Da talento underground a fenomeno discografico, Calcutta con il suo Mainstream non rappresenta soltanto la genesi dell’it-pop, una sorta di Indie, o presunto tale, che si caratterizza per basi e melodie poco elaborate e testi che dovrebbero essere “alternativi”, ma anche il nuovo cantautorato italiano in termini di poetica e di ritornelli. Non stiamo parlando di Bob Dylan o Georges Brassens ma sempre meglio della trap dei ragazzi della periferia milanese.

9  – Iosonouncane – DIE

Oltre alle lodi per il lavoro musicale e di linguaggio, quest’album del musicista sardo residente a Bologna ha qualcosa di ineffabile e ancestrale, che proviene da lontano e che prende tutti i sentimenti di cui siamo capaci. Un lavoro enorme, indimenticabile, totale. Un concept album di sei tracce che in meno di quaranta minuti riesce a essere un miracolo di sperimentazione e poetica come non se ne vedevano da parecchi anni in Italia. Nel 2020 è in arrivo il secondo album di Iosonouncane. Il secondo album è sempre il più insidioso. Siamo in attesa della consacrazione oppure di scoprire che si trattava solo di un fuoco di paglia.

 

Honourable mentions:

  • Motta – La fine dei vent’anni
  • Verdena – Wow
  • Le Luci della Centrale Elettrica – Per ora noi la chiameremo felicità
  • Gianni Denitto – Brain on a sofa
  • Calibro 35 – Ritornano quelli di…

Bonus Album

10  – Gregory Porter – Be Good

È difficile scegliere un album di Gregory Porter perché sono tutti così buoni e sono tutti piuttosto diversi. Ma Be Good brilla semplicemente per le canzoni. Tra cantare e scrivere, è difficile dire dove Porter faccia meglio. Questo disco mostra entrambi questi punti di forza. Porter ha scritto nove delle 12 tracce e dimostrano una bellissima comprensione delle linee vocali e del fraseggio, nonché uno sviluppo armonico e lirico davvero affascinante.

Other Great Albums

  • Christian McBride Big Band -The Good Feeling Robert Glasper Experiment
  • Pistol Annies – Interstate Gospel
  • Bruce Springsteen – Wrecking Ball
  • Ladysmith Black Mambazo – Shaka Zulu
  • Billie Eilish – When We All Fall Asleep, Where Do We Go?
  • Leonard Cohen – You Want It Darker
  • Lorde – Melodrama
  • Tinariwen – Tassili
  • Solange –  A Seat at the Table
  • Bettye LaVette – Things Have Changed
  • Ry Cooder – The Prodigal Son
  • Randy Newman – Dark Matter
  • Daft Punk – Random Access Memories
  • Ravi Shankar – Carnegie Hall 2000
  • Nick Cave and the Bad Seeds – Skeleton Tree
  • The Caretaker – An Empty Bliss Beyond This World

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