incontri

44 giorni


Ci si sente soli a volte all’estero. Soprattutto se si parte soli, senza riferimenti e voglia di lasciarsi alle spalle il recente passato e di iniziare nuovi percorsi. Incontrare una persona che ti affianca nella scoperta di una nuova citta’, una nuova lingua, una nuova casa, un nuovo lavoro e nuove amicizie e’ un lusso.
Marianne era la mia coinquilina francese. Due mesi a Dublino per uno stage. Non so come ma dopo alcune settimane abbiamo incominciato a condividere parti delle nostre giornate irlandesi e parte delle nostre gioie e paure. Il lunedì e il mercoledì si andava a correre nel parco di St. Anne di fronte alla nostra casa, la sera lei chattava con le amiche su messanger dal mio notebook mentre io leggevo, io parlavo male degli italiani e lei mi parlava peggio dei francesi, lei mi cantava le canzoni di Toto Cotugno che l’insegnante di italiano (da denuncia!) le aveva fatto imparare e io le recitavo – con il mio ridicolo francese che mi ostino a definire “fluent” nel cv – le filastrocche imparate a scuola che ancora mi ricordo, per colazione la mattina dei giorni feriali io facevo due cappuccini e compravo i croissant ancora caldi dal panificio sotto casa e nei giorni festivi lei preparava le crepès, quando sono stato male lei non è andata a lavoro ed è rimasta con me imbottendomi di paracetanolo, a volte si usciva per mangiare una pizza da “Ragazzi” o una quiche da “Caffé en Seine”, la sera ascoltavamo Fabrizio de André e ci raccontavamo la giornata.
La mattina ci svegliavamo con Sunshine Reagge, ma chi l’avrebbe detto che mi sarebbe così mancato sentire una versione con la erre moscia di “sono un italiano, un italiano vero”?

Pic: Marianne
Song: Bobby MacFerrin – Sunshine Reagge


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