Hazlitt’s House
Sono trascorsi alcuni giorni da quando sono a Londra. Ho lasciato l’appartamento di Theo perchè il suo fidanzato è tornato ieri da Lisbona e ho trovato rifugio in un piccolo albergo, lì a due passi. Si chiama Hazlitt’s House. Le camere non hanno numero, ma il nome di ospiti del XVIII secolo. Io abito all’ultimo piano, nella stanza William Duncomb. La stanza è profumata di legno, ha mobili in stile country, di ciliegio chiaro. C’é un caminetto dove ho ammassato i regali irlandesi per i miei nipotini sardi che vedrò stasera. Ci sono 2 poltrone e due grandi letti. La mattina una ragazza olandese mi porta la colazione. Il pane è sempre caldo, come i croissant. Il caffé fragrante e bollente. Ieri mi sono portato in camera un paio di lattine di birra e dei sandwich che ho consumato in piedi, accanto alla finestra, guardando nel palazzo di fronte.
La sera passo la solita ora al Brief Encounter, un pub in St. Martin’s Lane. E mi mescolo a centinaia di uomini che chiaccherano e bevono, ai ragazzi fashion, agli impiegati con la loro valigetta ventiquattrore ritta in mezzo alle gambe, ai giovani di colore, alle old queens che cantano in coro, al piano di sotto, West Side Story o My Fair Lady, tutte strette attorno a un pianoforte a coda.
Nessuno mi parla e mi importuna e io mi sento bene fra quei boccali di birra che girano sulla mia testa, fra quella gente che mi sembra allegra, o quantomeno, che non nasconde la voglia di cantare e fare chiasso. Osservo in un angolo, seduto su uno sgabello se ho la fortuna di trovarne uno libero.
Song: Frederick Loewe – On the Street Where You Live
Link: www.viewlondon.co.uk
La sera passo la solita ora al Brief Encounter, un pub in St. Martin’s Lane. E mi mescolo a centinaia di uomini che chiaccherano e bevono, ai ragazzi fashion, agli impiegati con la loro valigetta ventiquattrore ritta in mezzo alle gambe, ai giovani di colore, alle old queens che cantano in coro, al piano di sotto, West Side Story o My Fair Lady, tutte strette attorno a un pianoforte a coda.
Nessuno mi parla e mi importuna e io mi sento bene fra quei boccali di birra che girano sulla mia testa, fra quella gente che mi sembra allegra, o quantomeno, che non nasconde la voglia di cantare e fare chiasso. Osservo in un angolo, seduto su uno sgabello se ho la fortuna di trovarne uno libero.
Pic:
Hazlitt’s House, Soho, LondonSong: Frederick Loewe – On the Street Where You Live
Link: www.viewlondon.co.uk
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Anonimo ( )
Ecco il blog così come lo sai fare tu! Leggo i tuoi post e riesco a immaginarmi le situazioni, i luoghi, le persone, così su quello sgabello in un angolo ad osservare mi ci sento seduta anche un pò io.
Ci sentiamo Anna
Anonimo ( )
concordo con anna. fino a questo post il blog era interessante ma sembrava più una guida turistica che un diario di viaggio. Mauri tira fuori lo scrittore che è in te come da new york e dall’albania. con le parole riesci a giostrati bene.
Anonimo ( )
a)avevi un blog da scutari non mi hai detto nulla?
b)hazlitt’s house? Lìhotel degli artisti e degli attori! Ma quanto hai pagato?
utopie ( )
@ anonimanna e marika: non mi interessava a dire la verità fare un blog intimistico/minimalista, ma cercare di dare suggerimenti sulla vita irlandese (attraverso la mia esperienza) a chi ha fatto il grande passo o vorrebbe farlo. magari cambio idea e impostazione…
@ karl a)si b) molto, ma non troppo.
😉
Anonimo ( )
Ehi! Jack Kerouac della terra sarda.
Narratore di reali emozioni.
Minimalista non me lo immagino come termine, ma come osservi e racconti te le cose che ti capitano attorno, nessuno.
Io me ne vo in Italy per 2 settimane, spero di vederci dopo.