Dublin ghetto
Dublino non ha una periferia degradata. Il degrado arriva fino in centro. A differenza di altre città con un centro pulito e lindo e un hinterland abbandonato, a Dublino trovi quartieri residenziali affianco a dormitori in periferia e ghetti insieme a quartieri bijoux in centro. Questo lo trovo meraviglioso e vitale. Ma anche sorprendente. Vado in centro per vedere alcuni appartamenti e mi trova di fronte la faccia nascosta di Dublino: quella dei ghetti per extracomunitari.
L’annuncio indicava un bilocale per 800 euro. Nulla per i prezzi folli di Dublino. Vado a cercarlo nei pressi di Mountjoy Square a Dublin 1 in pieno centro di Dublino. Trovo una palazzina di mattoni rossi schiacciata tra una strada senza uscita e un piccolo convento. Nell’ingresso c’è una specie di bureau. L’aria è pesante, sa di chiuso e di cibi fritti. Mi accoglie un pakistano piccolo e dalla pelle livida. Parliamo del prezzo e della modalita’ di affitto. Poi arriva una inserviente per portarmi a visitare il bilocale. E’ una donna grassa, esuberante, dai capelli rossi. Ha un’espressione incattivita, incarognita. Parla a scatti trascinandosi sulle scale. Indossa un camice bianco. Dal fianco destro pende sulla coscia un mazzo di un centinaio di chiavi e passepartout infilati in un grande anello. A ogni chiave e’ legata una targhetta metallica con su un numero o una lettera. Il rumore della ferraglia, scalino dopo scalino, è atroce. Come di un clangore di catene. Lei ha uno chignon rosso unto in cima al capo, come una frittella, e quando alza la gamba per affrontare il gradino il grembiule le scivola, torcendosi un poco, sulla natica e scopre il retro della coscia grumosa, di un biancore osceno, compressa in una calza di nylon arrotolata, come un insaccato in un budello.
Salita la prima rampa di scale arriviamo in un corridoio strettissimo in cui passiamo con le spalle addossate alla parete. Di fronte c’è una parete bianca di compensato in cui si aprono piccole porte simili a quelle di un vagone letto. Lei sceglie una chiave e spalanca, verso l’interno, la porta. La luce è diffusa da neon che non si spengono mai, una luce lattiginosa e senza ombre. Nello stanzino c’è una branda, lenzuola arrotolate, un tavolino colmo di abiti, una sacca aperta traboccante di biancheria usata. Un giornale sportivo arrotolato attorno al neon. Non c’è la finestra. Un fornellino elettrico con un tegame, qualche tazza, resti di caffe’. La puzza di cibo avanzato è insostenibile. La donna mi guarda, scuote la testa senza dire una parola. Allora lei prende a spalancare tutti uno dopo l’altro tutti i loculi di quel corridoio, cinque o sei. Uno dopo l’altro come un controllore. Non bussa, non parla. Ripete solo il prezzo del loculo. Sdraiato su un letto, vestito con la divisa puzzolente del McDonald, c’è un ragazzo di colore che dorme. Non protesta per quell’intrusione, si getta sotto il cuscino sul viso. In un’altra stanza c’è una finestra. Un piccolo angolo. Le pareti la tagliano dividendola con altri loculi in modo che al piano di sopra avranno una finestra a livello del suolo e qui a livello del bassissimo soffitto.
La donna è ancora sulla soglia con il suo mazzo di chiavi in mano. Io dico semplicemente “Ho visto, le farò sapere” e cerco di andarmene. Voglio fuggire, dimenticare questa intrusione nella piccola e disperata intimità di questo popolo oppresso e sfruttato, che lavora una media di dieci, quindici ore al giorno per potersi pagare quegli avelli infernali. Scendo le scale e su un pianerottolo vedo una fila di porte strettissime, una a ridosso delle altre. Immagino di cosa si tratti. Ne apro una. In uno spazio inferiore al metro quadrato sono un w.c. e un piccolo lavandino. Una toilette bassa e claustrofobica come sugli aerei. L’unica differenza è che da qui non si va da nessuna parte, solo verso il dolore e i disperati abissi dell’emarginazione.
Devo camminare un pò per togliermi dalle narici l’odore di quell’inferno. Mi fermo in un pub per una pinta di Guinness.
Pic: Dublin CityCentre
Song: Daniele Silvestri – Io Fortunatamente
Link: www.immigrantcouncil.ie
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attualità
antonio ( )
utopie non fare l’ingenuo, tu stesso scrivi “un bilocale per 800 eu, nulla per dublino”, cosa ti aspettavi di trovare?
Non voglio essere polemico, faro’ un post nel mio blog a riguardo; cmq dubito che a dublino ci sia gente che lavora 10 o 15 ore, non siamo mica in Italia ne’ ci sono pomodori da raccogliere. Magari semplicemente vogliono risparmiare i soldi/sono clandestini/non hanno lavoro.
Anonimo ( )
magari il “ghetto” e’ solo un inizio. il ragazzo di colore inizia come friggipatate al McDonald e poi diventera’ manager del fastfood oppure elettrauto. magari è solo un inizio per un futuro migliore…
Anonimo ( )
ah.. un’altra cosa. non so che toilette abbia tu a Dublin Mauri, ma a Cork un bagno “in uno spazio inferiore al metro quadrato” è quasi la norma. purtroppo… ;-(
Anonimo ( )
ma solo io l’ho interpretato come fosse un’opera letteraria (molto ben scritta, eh) piuttosto che un articolo di attualita’???
Gizzo perplesso…
Anonimo ( )
Mi piace il tuo stile. Quello che scrivi fa sentire davvero un certo senso di ribrezzo. Mamma mia!
Realtà tristi ce ne sono tante anche a Dublino….
Anonimo ( )
impressionante…
finalmente un blog “irlandiano” che non parla di come si cucina la pasta alla puttanesca o dell’ultimo calendario di Max.
grazie!
Anonimo ( )
complimenti per lo stile.
Anonimo ( )
agata.
sfogati, che ti e successo?
non ti va piu a genio la defilippi?
ti s’e rotta la biscicletta elettria?
c’hai un baratro?
seriamente, che problema hai.
ma soprattutto, perche pensi che l’irlanda questi problemi te li risolva?
guarda che qui e pieno di italiani.
oltretutto piemontesi tipo me.
che la puttanesca non sanno prepararla.
io poi, sul mi blogghe, e ‘un ho mai parlato di tope!
Ossequi,
Gizzo, detto Nedo.
Anonimo ( )
Gizzo, detto Nedo non mi riferivo a te. non ti conosco e non sapevo che avessi un blog. e non mi riferivo neanche ad antonio che era partito con un interessantissimo blog ma che ora parla prevalentemente di inter e di tette. mi riferivo alla maggior parte dei blog italiani all’estero il cui topic principale pare sia “magnare”… un blog come questo su cui sto scrivendo non è così facile trovarlo… tutto qui.
su! non fare l’offeso. ;-D
Anonimo ( )
beh. che il direttore sia un porco, lo sanno anche i sassi di howth.
te ne dico un’altra? e pigrissimo.
no, non mi sono offeso.
e’ solo che giusto un anno fa venivo accolto da un collega, italiano, che pretendeva che gli parlassi in inglese. sosteneva di aver dimenticato l’italiano.
ti pare?
ci sta la fuga. ci sta tutto. ma ammetti di fuggire da te stesso.
almeno, questa e la mia idea.
sul “magnare” poi… eh, non so che abitudini hai tu, pero posso garantirti che l’aspetto-cibo qui e molto, molto, molto distante. chi ironizzava sui panini di chips, beh, non ci e’ andata poi cosi lontana.
ovvio, parlo per me non per tutti.
buona notte, emigrati e non.
Gizzo
Anonimo ( )
@ agata
scusa, ma che blog “frequenti”? Non mi pare che tutti i blog di noi all’estero (Irlanda, ma non solo) parliamo di “magnare” o di tette. Anzi. Ovviamente non ci troverai la lonely planet…nei blog.
Per chi vive fuori è normale viverci..li fuori, ovunque sia. Non deve per forza raccontare quello che fa a Dublino. E poi, i blog sono personali…ognuno ci scrive quello che vuole. Ciao. Luca
utopie ( )
ammetto che dopo che Gabro mi ha detto che scrivo come Jack Kerouac ho deciso di scrivere in modo “narrativo” i post. Questo non significa “romanzare” (tutto quello che scrivo è descrizione di fatti realmente accadutimi), ma semplicemente evitare di scrivere una lista della spesa. Riguardo ai Ghetti purtroppo noto una certa ignoranza sulla realtà dublinense così come un certo buonismo. Il fatto che noi non vediamo alcune cose non vuol dire che non esistano. Ci scrivero’ il prossimo post.
Per quanto riguarda i blog, ringrazio agata delle parole, ma quoto in pieno Luca. vivadio non si parla solo di “magnate”, ma anche fosse perchè no? nel blog uno scrive di qual che gli pare, se non piace non lo leggi…
Anonimo ( )
utopie, non ti sto dando del bugiardo. ci mancherebbe. semplicemnte quello che tu chiami “ignoranza sulla realta dublinese” io la chiamo mal-interpretazione.
e’ una colpa costruire alloggi (miseri te ne rendo atto) a basso prezzo?
non credi che se guadagnassero di piu, sarebbero i primi a muoversi?
quindi si potrebbe parlare di stipendi troppo bassi.
pero senza quegli alloggi, che fine avrebbero fatto? sotto i ponti del liffey come minimo!!
i quartieri popolari ci sono sempre stati e sempre ci saranno. a Dublino come a Milano, Torino, Roma e Porto Marghera.
la differenza (forse) e che dublino puo offrire un futuro migliore.
Gizzo
Anonimo ( )
ciao mz,
gran pezzo, sembra scritto
ai tempi dell’alba !
Toccando la percezione che ognuno ha di se’ in rapporto all’ambiente in cui vive hai scatenato
la bagarre !
Io continuo a vivere nella mia nuvoletta (quasi) dorata in cui
il male e’ fuori 🙂
utopie ( )
Ah! l’Alba. Che bei tempi quando facevo il giornalismo d’inchiesta. era anni che non ci pensavo…
riguardo al post – come direbbero AldoGiovanniGiacomo – per “ignoranza” intendo dire che molti che vivono a Dublino “ignorano” l’esistenza di alcune realta’ e il problema non e’ urbanistico ma di sfruttamento, cioe’ contratti in nero, salali miseri, nessun diritto sindacale, ghettizzazione, etc.
Anonimo ( )
A Dublino a volte si vedono scene agghiaccianti, da schiavismo (e spero che nessuno si offenda).
Non voglio mancare di rispetto a nessuno. Ma avete visto quei ragazzi su Grafton street (ma non solo li) che tengono i cartelli “INTERNET” o “BARBERSHOP” ed altro? In genere sono indiani, pakistani o asiatici in generale. Oppure avete visto mai quelli che portano la gente in giro sfrecciando su quei carretti dove, anche li, indiani,pakistani,cingalesi ecc ecc fanno i muli? Per me sono scene allucinanti….
Quanto guadagnano quelli? Dove e come vivranno?…Facile immaginarlo
Anonimo ( )
Io sono a Dublino da poco e come molti italiani ne vivo solo la superficie (lavoro, pub a temple bar nel fine settimana, cinemino, cenetta tra coinquilini, …), però dubito che siano tutto rose e fiori e tutti siano ricchi e felici. forse in effetti dovremo vedere più in profondità il posto dove viviamo.
Vedo che il post come canzone affiliata ha la bellissima “Io Fortunatamente” di Daniele Silvestri, che penso alcuni che hanno postato dovrebbero ascoltare.
La canzone inizia così:
Tu come ci riesci
a fare in modo che il sorriso
non ti si appassisca mai
quale crema metti
che soluzione usi per difendere
quell’ingenuità
quali discorsi giudichi
perfettamente inutili
e quali percorsi ti pesano
Anonimo ( )
Ciao..
io abitavo in Killarney Str.,a 2 passi da Montjoy Square..praticamente nel ghetto, come lo chiami tu,ed in effetti era questa l’aria che si respirava..ora posso dire di aver abitato nel “Bronx” di Dublin dove quando uscivi rischiavi di beccarti una lattina (piena!!) tirata allegramente da una finestra giusto x rompere le scatole, dove la sera c’erano i gruppetti di ragazzini (e non)che si radunavano x fare non so che (in effetti ho sempre preferito non chiedermelo!). Cmq concordo con Gizzo: queste realtà ci sono in tutte le grandi città quindi non credo ci sia da stupirsi che anche a Dublino ci siano dei quartieri così!Anche se fanno veramente tristezza..
Ale
Anonimo ( )
cancellate questo blog dall albo dei blog irlandiani. è razzista! ma chi si crede di essere?!
utopie ( )
caro anonimo io non amo la censura e credo nella libertà di pensiero. ti sarei grato però se mi spiegassi perchè questo blog è razzista. E soprattutto mi dicessi cosa è “albo dei blog irlandiani”. Non ne sapevo dell’esistenza e che ne facessi parte; la penso come il grande Marx e non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me.
;-D
per tutti gli altri: a minuti metto un nuovo post sui ghetti di dublino.
Anonimo ( )
Ieri ho provato inutilmanete a postare un commento. Che poi potesse essere stato interessante o meno non lo so…non di certo come la media dei miei post su Irlandando: cioe’ cretini.
Il fatto e’ che per 3 volte cconsecutive mi ha ririchiesto la Word identification. E sono sicurissimo di averla inserita benissimo!!!!!!!!!!!
Per me e’ un baco!!!! Il baco di Utopie che non vuole i miei commenti frivoleschi.
utopie ( )
in effetti ho installato un filtro anti gabro… 😉
in effetti il problema e’ che se scrivi un commmento lungo oppure non lo loghi subito la word verification cambia e devi metterne una nuova…