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Celtic Tour – Liverpool


Arrivo a Liverpool da Glasgow alle 18.42 via Preston. Il Virgin Train corre veloce, ma non nasconde la inquieta campagna scozzese e le vermiglie e grigie città del nord Inghilterra. Alla Lime Street Station trovo ad aspettarmi CriCri, cioè Cristina una ragazza triestina conosciuta a Dublino e da poco trasferita a Leeds dove ha vinto una borsa di studio. Le ho parlato spesso degli ecovillaggi e delle comunità visitate in Inghilterra e lei mi ha fatto promettere di fargliene visitate uno: nei prossimi due giorni staremo alla “Shanti Community”, una comunità pacifista famosa per i suoi festival teatrali. Prima di andare nella comunità facciamo una passeggiata per la città. Liverpool è in fermento. Prossima capitale europea della cultura, la città sta completamente risorgendo e sfidando la modernità, i vecchi edifici vittoriano sono stati ripuliti e si stanno costruendo rivoluzionari edifici in acciaio e vetro. Andiamo all’Albert Dock. Il freddo è intenso, ma la città illuminata dal mare è stupenda. La zona portuale di Liverpool è un’area affascinante dove è possibile esplorare la crescita e lo sviluppo della città e dell’intera regione al di là del porto. Dai tempi in cui i monaci erano soliti attraversare il fiume Mersey su barche a remi allo sviluppo del Porto di Liverpool che lo ha portato a diventare uno dei principali e più trafficati porti mercantili europei. Il tratto più famoso della Mersey è Pier Head, ossia la testa di molo che dà vita al suggestivo e rappresentativo scorcio di Liverpool, dominato dai leggendari Liver Birds, gli uccelli da cui la città prende il nome.
Nella comunità pacifista veniamo accolti con una collana di fiori e un grembiule. La corona simboleggia la dolce e gratuita accoglienza, il grembiule la richiesta di collaborare alle loro attività comunitarie. Io decido di portare dei cartoni per il riciclo sopra una bizzarra bicicletta a 3 ruote, CriCri prima farà turni in cucina e poi si unirà a me e così ci perderemo insieme per le vie di Liverpool il giorno dopo. Dopo una cena vegetariana io e CriCri veniamo accompagnati in una saletta dipinta con 172 facce psichedeliche dei Beatles dove si sta tenendo un happening situazionista. Il pomeriggio vaghiamo per la città. Per ChinaTown (la prima al mondo), per i Docklands rinnovati, per la Cattedrale Anglicana che profuma di Muffin (per finanziarsi in una cappella c’è un caffè/ristorante), per i musei (il colorata e sorprendente Tate Liverpool, il ricco e commovente Merseyside Maritime, il noioso e deludente Beatles Story), per Mathew Street alla scoperta dei club dove iniziarono a suonare i baronetti dove ora suonano musicisti locali. Si sente aria di progresso e di modernità e di futuro ovunque. Come sono lontani gli anni ottanta tatcheriani con gli scioperi generali e le occupazioni di edifici, che a Duke Street sono stati lasciati immutati come memoria del passato problematico. Prima di andare via da Liverpool mangiamo da Yums in Bold Street, il buffet orientale con cui con 6 pounds e 40 penny puoi mangiare quello che vuoi di oltre un centinaio di piatti. CriCri torna a Leeds io vado verso il Galles.

Pic: Liverpool WaterFront
Song: The Beatles – When I’m Sixty-Four
Link: www.liverpool08.com

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