archeologia e musei

Il meglio di Dublino – Parte seconda


  • Custom House

Il più bel edificio di Dublino. La vecchia dogana è un colossale e magnifico edificio neoclassico che si estende per 114 metri lungo il Liffey tra le mostruosità architettoniche della city finanziaria lungo i docklands e la mostruosità esistenziale del Liberty Hall. Costruito alla fine del 700 si può ammirare la facciata dalla sponda meridionale del fiume, ma è un peccato capitale non girovagare all’interno e meravigliarsi del padiglione centrale, della cupola di rame con quattro orologi, delle volte composte da sette archi, delle arpe scolpite sui capitelli, delle statue sul tetto, dei busti delle divinità dei 13 principali fiumi irlandesi, delle teste marmoree di animali che rendono omaggio al commercio di bovini di Dublino, e di altro ancora. Il Department of the Environment, Heritage and Local Government si è recentemente spostata all’interno dell’edificio. Ed è un’ingiuria vedere impiegati pubblici che ciondolano svogliatamente tra uffici interni a interrompere la poesia del luogo.

  • L’internazionalismo

In quanti posti al mondo posso avere per colleghi di team quattro irlandesi, due polacche, due tedeschi, un olandese, due americani, un indiano, una ucraina, due italiani e una spagnola? E poi comprare il pane nel market lituano, farmi fare l’orlo dei pantaloni dal mio sarto etiope, mangiare al ristorante giapponese con la mia ex coinquilina ecuadoregna, navigare negli internet cafè gestiti da cinesi, prendere ogni giorno la mia copia gratuita di Metro e Herald am dalla mani di un ragazzo brasiliano, vedermi la finale di Sanremo mangiando lasagna e bevendo lambrusco a casa di emiliani e napoletani, andare a vedere un concerto celtico con uno slovacco e comprarmi le batterie per la mia radiosveglia nel mio bazar pakistano preferito, all’interno del quale una simpatica coppia di sudafricani governa un box che offre per pochi euro lo sblocco illegale di simcard telefoniche?

  • La musica

Dublino è musica. Da queste parti quasi tutti suonano uno strumento musicale e tutti amano la musica. Ma non è la qualità o la quantità della musica che fa di Dublino una città musicale, quanto l’unione tra musica e città. Lo scorrere del Liffey, il discutere dell’ultimo match di calcio gaelico, l’attesa per una pinta di Guinness è ritmato da una melodia che ho imparato a riconoscere solo recentemente. Un’armonia leggera che avvolge la città. Questa melodia avvolgente non la si trova nei pub con musica dal vivo di Temple Bar o nei grandi eventi musicali con le rock star americane o inglesi, ma nei piccoli pub di periferia dove periodicamente si riuniscono a suonare semplici Dubliners o nei negozi musicali che hanno sempre una saletta accogliente dove liberamente si può provare uno strumento musicale. Oppure più semplicemente basta sedersi in una panchina del St. Stephen’s Green Park e vedere la gente passeggiare ognuna con il suo ritmo.

  • Glasnevin Cemetery

Il primo posto che consiglio di visitare ai turisti occasionali. Il Glasnevin Cemetery venne costruito nel 1832 per i cattolici, i quali incontravano difficoltà a celebrare i riti funebri della propria fede nei cimiteri protestanti della città. Molti monumenti e tombe presentano un carattere palesemente patriottico; dunque numerose croci, arpe, trifogli e altri simboli irlandesi. Qua troverete le tombe di Daniel O’Connell, Charles Steward Parnell, Michael Collins e altri patrioti e martiri irlandesi. Commovente il monumento eretto alla memoria di coloro che nel secolo scorso si lasciarono morire dalla fame per la causa dell’indipendenza irlandese. Evitate le visite guidate. Andate nel tardo pomeriggio prima del tramonto e attraversando il querceto lasciatevi incantare dalle antiche croci celtiche ricoperte di muschio e rampicanti e dai monumenti di granito riposo dei numerosi corvi.

  • L’ottimismo

Le multinazionali americane responsabili del boom dell’ economia irlandese negli anni novanta stanno una alla volta andando via, l’edilizia è ferma, il debito pro capite aumenta sempre più come l’inflazione e il caro vita, la disoccupazione cresce. Ma tutto questo non turba gli irlandesi. Follemente e stupendamente incoscienti guardano al futuro con inalterato ottimismo. E continuano a sposarsi, a sfornare figli, a indebitarsi, a spendere milioni di euro in birre i fine settimane. Continuano a sperare nel domani e a non aver paura del futuro. Come è lontana l’Italia.

Pic: Liberty Hall e Custom House, Dublin
Song: Relativity – Gracelands
Link: www.glasnevin-cemetery.ie


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