Joe Daly Cycles
Ci sono molti negozi in cui comprare una bicicletta a Dublino. MacDonald in Wexford Street, Cycle Lodgical in Bachelors Walk o Cycle Ways in Parnell Street. Ma se volete trovare un negozio-museo seriamente dublinese dovete andare da Joe Daly Cycles a Dundrun, a poche centinaia di metri dalla fermata della Luas e del piu’ grande centro commerciale d’Europa. Il negozio e’ a Dundrun da decenni. Lo fondo’ nel 1951 Joe Daly ex ciclista professionista e ora il figlio David continua a vendere biciclette, nuove e usate, a ripararle, a organizzare eventi a trattare i clienti come amici a cui dare un consulto.
Questa settimana sono stato la’ per comprarmi la mia hybrid bike. Il negozio – affiancato al spettacolare ponte color argento del William Dargan Bridge – e’ luogo di storia e tradizione. Allineate con maniacale precisione, si trovano city bikes, hybrid bikes, mountain bikes, racing bikes. E poi pompe, serrature, catene, caschi. In un angolo per le riparazioni e la vendita di biciclette di seconda mano i muri sono colorati di arancione. L’atmosfera e’ piu’ simile a un club che a un un negozio.
Entro e prima che io possa chiedere bruttalmente se hanno qualche city bike o hybrid bike a buon mercato incontro subito David e la moglie Anne che si presentano per nome come se la mia fosse la visita di cortesia di un vicino di casa. Mi presento e parlo un attimo di me. Subito dopo mi chiedono che uso voglio fare della bicicletta, in che zona abito e quanto voglio spendere. Io rispondo vagamente e faccio capire che sono un ciclista della domenica con poche pretese, con nessuna conoscenza tecnica e che non desidera spendere troppo per una bicicletta che usero’ poco. Detto questo David srotola un metro giallo e comincia a prendermi – come fosse un sarto – le “mie misure biomeccaniche”. Poi mi fa una carrellata dei diversi modelli tra i piu’ economici di bici e nel mentre mi parla del negozio e di suo padre.
Entro e prima che io possa chiedere bruttalmente se hanno qualche city bike o hybrid bike a buon mercato incontro subito David e la moglie Anne che si presentano per nome come se la mia fosse la visita di cortesia di un vicino di casa. Mi presento e parlo un attimo di me. Subito dopo mi chiedono che uso voglio fare della bicicletta, in che zona abito e quanto voglio spendere. Io rispondo vagamente e faccio capire che sono un ciclista della domenica con poche pretese, con nessuna conoscenza tecnica e che non desidera spendere troppo per una bicicletta che usero’ poco. Detto questo David srotola un metro giallo e comincia a prendermi – come fosse un sarto – le “mie misure biomeccaniche”. Poi mi fa una carrellata dei diversi modelli tra i piu’ economici di bici e nel mentre mi parla del negozio e di suo padre.
Il boom della Tigre Celtica ha rappresentato uno spartiacque per il negozio. Il terreno in cui sorgeva il negozio ha aumentato il valore in modo esponenziale e le opzioni erano: o vendere il negozio e farci un po’ di soldi, o indebitarsi un po’ ed ingrandirsi. Nella famiglia si e’ discusso a lungo e alla fine si e’ scelta la seconda opzione. Per fortuna. Il negozio e cresciuto ed e’ diventato un vero museo della storia di Dundrun. All’interno ci sono grandi murales con effigi di ciclisti fatti dagli studenti del Dundrum College coordinati da Francis, il figlio artista di David. I murales sono nati come competizione finanziata dalla Bank of Ireland.
Il negozio originario è in Main Street dove sorgeva nel dopoguerra un ufficio postale. Lo stesso nel quale lavoro’ all’eta’ di 12 e 13 anni Joe Daly, che consegnava telegrammi a mano ma che poi non pote’ essere assunto come postino perche’ non aveva una bicicletta. Quasi per rivalsa con i primi soldi avuti lavorando in un garage si compro’ una bicicletta nel dopoguerra e incomincio’ a fare gare locali fino a diventare professionista per alcuni anni. Nel 1951 apre il negozio. Ora il negozio si è spostato in una nuova struttura architettonicamente iperfuturista a poche centinaia di metri di distanza. Nel negozio c’e’ una cornice con il primo penny guadagnato. Ci sono anche le foto di Joe Daly con politici locali, come il presidente Mary McAleese e l’ex presidente Cearbhaill Ó Dálaigh. E c’e’ un guest book, messo da pochi anni, firmato da russi e costaricani, indiani e australiani, americani e belgi. “We’ve connections all over the place” – dice David – “you’d be surprised! We’ve a third generation of customers coming in here too”.
Con il tempo le bici sono cambiate. “Un tempo” – mi dice David – “una buona bici costava circa 16 lire irlandesi, e pochi potevano permettersela. Ora ormai si trovano bici piu’ economiche, e tutti possono permettersela”. Raleigh e Hercules erano le biciclette più utilizzate un tempo, erano a uno o a tre rapporti. Ora le bici hanno da 18 a 27 marce e il design è cambiato completamente. Sono più leggere e più facile da guidare. In passato mi dice che c’erano piu’ acquirenti donne. Ma “tutto è cambiato adesso, tutte le ragazze vogliono le automobili di questi tempi”.
Alla fine esco dal negozio con una Raleigh Voyager argento e fumo di Londra che pago il doppio del budget previsto. Rimarro’ in ansia in futuro per i numerosi furti di bicicletta che avvengono a Dublino. Ma la spesa valeva il racconto e la bicicletta che ho trovato mi calza come un abito su misura e la sento mia. Prima di andare via David mi guarda negli occhi e quasi a capire una mia curiosita’ inespressa mi dice di seguirlo al piano di sopra. Curvo su una sedia in legno intento a sostituire i freni anteriori di una bicicletta di seconda mano vedo un vecchio signore con una barba bianca curatissima. E’ Joe Daly che per l’ennesima volta coltiva la sua passione e continua la tradizione. Joe Daly Cycles. Dundrum. Dublin.
Pic: Joe Daly Cycles at Dundrun, Dublin
Song: Tom Waits – Broken bicycles
Link: www.cycleways.com
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archeologia e musei
Anonimo ( )
In memoria del Rossi (Martino).
A Siena, in Camollia, c’e’ uno storico negozio di biciclette, tutt’oggi gestito dalla famiglia Rossi (anche se poi vendono bicliclette Bianchi 😉 ).
Purtroppo Martino, il capostipite, non c’e’ piu’, ma ogni volta che vedo una bici mi viene da pensare a tutte quelle volte che mi diceva “Vedi? Io tutte le volte facevo Arezzo Siena in bicicletta etc etc etc …” oppure “Io, quando facevo le gare, usavo una bicicletta che m’ero fatto da me, a mano etc etc etc …”.
E piccino, secco, sempre rasato e un bel paio di occhiali… e due occhi vispi a cui non sfuggiva mai nulla. Ma soprattutto era onesto e i grandi soldi, infatti, non li ha mai fatti.
Sono contento che ci sia un suo corrispettivo a Dublino, anche sei il poro Martino (che ci chiamava a tutti “pallino”) rimarra’ sempre unico.
ColuiAlQualeDicestiMiSembriIlBenvEtcEtc
Anonimo ( )
accidenti. mi e’ venuta voglia di rispolverare la mia vecchia bicicletta…
p.s buone pedalate! E quando piove? A Dublino non piove quasi sempre?
Anonimo ( )
Racconto interessante, il prossimo lo vogliamo sulla prima gita in bici ok?
Anonimo ( )
Utopie, benvenuto nel club.
Mi raccomando. casco (come dice il buon Cereghini) e lucchetto bomb-proof.
posso suggerire?
http://www.kryptonitelock.com/Products/List.aspx?cid=1001
ciao ciclista urbano, il prossimo anno anche tu Cork-Galway??? 😀
Anonimo ( )
Mauri non vorrei tirartela, ma a me a Cork mi hanno rubato la bicicletta dopo meno di un mese dall’acquisto. Mi raccomando doppio lucchettone, parcheggio sempre in bella vista e mai lasciarla di notte all’aperto. Io ora me ne sono comprata una di seconda mano da 50 euro che credo i ladri schifino parecchio e che non toccano per paura di prendersi il tetano. ma va che è una meraviglia! 😉
utopie ( )
oramai non dormo piu’ e vivo nel terrore che mi rubino la bicicletta, ma la mia Raleigh imbolsita da un catenaccio lucchettato di 3 chili me la sto godendo da bestia come dimostrano i miei polpacci indolenziti di questa sera. Ad ogni modo in Irlanda, o almeno a Dublino, piove meno di quanto si pensi e nonostante il traffico cittadino la bicicletta e’ un mezzo indispensabile e non capisco ora come prima ne facessi a meno.
Unknown ( )
Beh, Joe Daly è famoso anche per un’altra cosa. Tanti anni fece appassionare al ciclismo il più grande ciclista irlandese (credo di tutti i tempi): Stephen Roche. Lo ricordate? Lui è proprio di Dundrum.
Utopie, una cosa però: la vecchia foto del negozio mi fa un pò malinconia se confrontata con quell’orribile palazzina cilindrica che è oggi…
utopie ( )
non sapevo di Stephen Roche e David non me ne ha accennato. il nuovo negozio iper-moderno sta bene sotto il William Dargan Bridge ma certo non ha il fascino del vecchio shop in Main Street… maledetto progresso! 🙂
Puntino ( )
La bicicletta è meravigliosa e con le belle giornate uso la mountain bike e forse fra qualche mese mi lancerò su quella da pista…
Voleov chiedere e non portare sfiga, no capita che rubano solo le ruote della bici oppure il sellino?
Qui da me (Napoli) può capitare che si fregano le ruote anche se sono fissate con le viti infatti facciamo passare la catena fra le ruote per la sella…sono c…. 🙂
utopie ( )
caro puntino. qua rubano anche i sellini e come negli anni ottanta c’erano tipi che giravano con l’autoradio sottobraccio qua molti girano con sellini sotto l’ascella. Io mi rifiuto di andare in giro cosi’…
Francesca ( )
sono stata a Dublino tutto il mese di ottobre scorso ma non sono riuscita ad andare a Dundrun. Molto bello questo racconto di una tradizione e passione di famiglia che vive ancor oggi. Bel finale!
Francesca