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Berlino e il potere del denaro


Alcuni anni fa ho scritto un libretto sul denaro e i sistemi di scambio non monetari. Il libro ha venduto e continua a vendere abbastanza bene e mi arrivano ancora i diritti d’autore a fine anno. La cosa divertente nel pubblicare libri sono i momenti di presentazione che io ho fatto per quasi un anno dopo la pubblicazione. Mi divertivano le presentazioni perché a meno che non fosse necessaria una esposizione ortodossa (Università, Istituzioni, Corsi di Formazione, etc.) proponevo presentazioni con mezzi teatrali e formativi per piccoli gruppi e attraverso alcuni strumenti (psicodramma, teatro dell’oppresso, role-playing, etc.) si simulavano i sistemi che descrivevo nel libro e le modalità di condizionamento del denaro. Erano anni che non facevo presentazioni e mi negavo ai pochi che me le proponevano. Mi sono riarmato di slide show e manuale del formatore per una interessante proposta overseas. La scorsa settimana sono stato invitato a Berlino dal DAAD (Der Deutscher Akademischer Austauschdienst), una associazione culturale che invita scrittori, artisti, film maker, educatori al fine di movimentare il panorama culturale della città. Veniva presentato un volume che raccoglie le varie esperienze di scambi non monetari in Europa. Nelle pagine riguardanti l’Italia e la Francia hanno tradotto due miei capitoli.

  • Hippy Seminar

Krista è una simpatica e gigantesca (circa 190 centimetri) tedesca dell’Est e si sta laureando in Letteratura Italiana e è stata la mia ombra per due giorni in quanto doveva farmi da traduttrice. E’ rimasta credo un po’ delusa nel vedermi. Da quello che mi dirà la sera dopo in una birreria sta cercando di fidanzarsi con un italiano o almeno vuole passare più tempo possibile con madrelingua. Io sono troppo brutto o perlomeno troppo basso per un “fidanzamento breve”. Mi fa fare nella sua Golf gialla di seconda mano un giro per la città e mi accompagna in albergo. Simpatica la ragazza ma totalmente inadatta a tradurre una relazione economica. Non sapendo il significato di deflazione, sistema monetario internazionale o svalutazione farò la conferenza in inglese con sveglia traduzione di un ragazzo tedesco specializzando in Economia dello Sviluppo. La conferenza è assai poco formale. Dentro una sala da 500 posti ci sono un centinaio di persone che sembrano uscite da una macchina del tempo. C’è il professore trotzkista con i capelli alla Einstein, il punk con gli occhialini da intellettuale, il laureando timido che sta preparando la tesi su economia e fiducia, le erasmiane spagnole finite qua forse per il rinfresco finale. Mi si chiede brevità e io sono brevissimo e dopo aver esposto qualche grafico vado a braccio e chiedo di farmi domande. A un certo punto un tipo arrogante mi chiede cosa è per me il denaro e di fargli un esempio concreto di come la felicità non è portata dal denaro. Gli parlo di quello che ho fatto un paio di settimane fa, cioè lasciare Accenture per un nuovo lavoro in una azienda irlandese in cui prendo 6.000 euro in meno all’anno, ma sono tanto più felice. Alla fine per i pochi sopravissuti alla conferenza propongo il mio cavallo di battaglia: il gioco del tempo, denaro e spazio. L’esercizio che di solito dura 20 minuti nella sala che si riempie di curiosi e lattine di birra va avanti per un ora abbondante. La conferenza accademica si trasforma alla fine in un party spontaneo con il trotzkista con i capelli alla Einstein che si addormenta sul bancone dei conferenzieri.

  • Taccuino e lapis

Il giorno dopo armato di taccuino e lapis, vado a caccia di emozioni, ambienti, personaggi, sensazioni. Passeggio in giornate ventose, costeggio i pochi resti del muro nella zona di Brandenburger Tor, sono sorpreso da una pioggia torrenziale nel bel mezzo del Tiergarten, solo, e per di più, senza giacca a vento. La città mi pare strana, orgogliosa, frenetica e burrascosa. Non ci ero mai stato a Berlino. Non essendoci venuto prima del 1989 quando Berlino con tutti i capitali occidentali che vi entravano era la capitale culturale e giovanile dell’Europa avevo perso interesse a vedere la ricostruzione. Berlino appare anche ora ricca capitale della Germania Unita, facile da vivere, ordinata, piena di umanità. Forse perché insieme ai burocrati arrivati negli ultimi anni ancora vi abitano tantissimi giovani perlopiù universitari; i punti di incontro sono tantissimi; la fascia oraria dedicata alla socievolezza è ampliamente spostata oltre la mezzanotte, con locali che aprono – come a Riccione – alle quattro del mattino; i prezzo sono accessibile. Dublin is so far.
Quello che ho scoperto ascoltando gli altri relatori nella conferenza e lo spirito di solidarietà diffusa che è presente a Berlino che va dall’esperienza ormai famosa degli occupanti di case (Housbesetzer) a quelli dell’assistenza, chiamato in gergo “soccorso”, a persone amiche od anziani, per le piccole spese domestiche, qualora, per esempio, influenze e malanni blocchino in casa persone che vivono sole. Le esperienze di scambi non monetari sono tantissime e ne sono coinvolti oltre 5.000 cittadini divisi in diversi sistemi dai circoli Wir ai Tauschring.
La socievolezza di Berlino si esprime anche nell’esistenza di migliaia di Kneipen (birrerie) in cui è possibile incontrare gente per tutta la notte, sentire musica, chiacchierare, sbronzarsi dolcemente con le bollicine del Sekt, un vinello spumante che ha sostituito in questo soggiorno la mia amata Paulaner, solo qui spillata con cura e pazienza.
Berlino mi è parsa una città fatta di cose concrete, di rapporti umani “pesanti” e non frivoli, poiché anche la sua frivolezza nasconde quella particolare pensosità che noi chiamiamo “nordica”. E’ una città culturalmente vivace, aperta, spericolata. Una città che è stata la capitale del mondo e che la storia sembrava condannare allo svanimento. A Berlino vedi la gloria e la rovina, il successo e la disperazione. Un fine settimana è troppo poco. Ci tornerò. Anche ora che il muro non c’è più.

Pic: Brandenburger Tor, Berlin
Song: Bruce Springsteen – Eyes On The Prize
Link: web.tiscali.it/economiesenzadenaro


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