Berlino e il potere del denaro
- Hippy Seminar
Krista è una simpatica e gigantesca (circa 190 centimetri) tedesca dell’Est e si sta laureando in Letteratura Italiana e è stata la mia ombra per due giorni in quanto doveva farmi da traduttrice. E’ rimasta credo un po’ delusa nel vedermi. Da quello che mi dirà la sera dopo in una birreria sta cercando di fidanzarsi con un italiano o almeno vuole passare più tempo possibile con madrelingua. Io sono troppo brutto o perlomeno troppo basso per un “fidanzamento breve”. Mi fa fare nella sua Golf gialla di seconda mano un giro per la città e mi accompagna in albergo. Simpatica la ragazza ma totalmente inadatta a tradurre una relazione economica. Non sapendo il significato di deflazione, sistema monetario internazionale o svalutazione farò la conferenza in inglese con sveglia traduzione di un ragazzo tedesco specializzando in Economia dello Sviluppo. La conferenza è assai poco formale. Dentro una sala da 500 posti ci sono un centinaio di persone che sembrano uscite da una macchina del tempo. C’è il professore trotzkista con i capelli alla Einstein, il punk con gli occhialini da intellettuale, il laureando timido che sta preparando la tesi su economia e fiducia, le erasmiane spagnole finite qua forse per il rinfresco finale. Mi si chiede brevità e io sono brevissimo e dopo aver esposto qualche grafico vado a braccio e chiedo di farmi domande. A un certo punto un tipo arrogante mi chiede cosa è per me il denaro e di fargli un esempio concreto di come la felicità non è portata dal denaro. Gli parlo di quello che ho fatto un paio di settimane fa, cioè lasciare Accenture per un nuovo lavoro in una azienda irlandese in cui prendo 6.000 euro in meno all’anno, ma sono tanto più felice. Alla fine per i pochi sopravissuti alla conferenza propongo il mio cavallo di battaglia: il gioco del tempo, denaro e spazio. L’esercizio che di solito dura 20 minuti nella sala che si riempie di curiosi e lattine di birra va avanti per un ora abbondante. La conferenza accademica si trasforma alla fine in un party spontaneo con il trotzkista con i capelli alla Einstein che si addormenta sul bancone dei conferenzieri.
- Taccuino e lapis
Il giorno dopo armato di taccuino e lapis, vado a caccia di emozioni, ambienti, personaggi, sensazioni. Passeggio in giornate ventose, costeggio i pochi resti del muro nella zona di Brandenburger Tor, sono sorpreso da una pioggia torrenziale nel bel mezzo del Tiergarten, solo, e per di più, senza giacca a vento. La città mi pare strana, orgogliosa, frenetica e burrascosa. Non ci ero mai stato a Berlino. Non essendoci venuto prima del 1989 quando Berlino con tutti i capitali occidentali che vi entravano era la capitale culturale e giovanile dell’Europa avevo perso interesse a vedere la ricostruzione. Berlino appare anche ora ricca capitale della Germania Unita, facile da vivere, ordinata, piena di umanità. Forse perché insieme ai burocrati arrivati negli ultimi anni ancora vi abitano tantissimi giovani perlopiù universitari; i punti di incontro sono tantissimi; la fascia oraria dedicata alla socievolezza è ampliamente spostata oltre la mezzanotte, con locali che aprono – come a Riccione – alle quattro del mattino; i prezzo sono accessibile. Dublin is so far.
Quello che ho scoperto ascoltando gli altri relatori nella conferenza e lo spirito di solidarietà diffusa che è presente a Berlino che va dall’esperienza ormai famosa degli occupanti di case (Housbesetzer) a quelli dell’assistenza, chiamato in gergo “soccorso”, a persone amiche od anziani, per le piccole spese domestiche, qualora, per esempio, influenze e malanni blocchino in casa persone che vivono sole. Le esperienze di scambi non monetari sono tantissime e ne sono coinvolti oltre 5.000 cittadini divisi in diversi sistemi dai circoli Wir ai Tauschring.
La socievolezza di Berlino si esprime anche nell’esistenza di migliaia di Kneipen (birrerie) in cui è possibile incontrare gente per tutta la notte, sentire musica, chiacchierare, sbronzarsi dolcemente con le bollicine del Sekt, un vinello spumante che ha sostituito in questo soggiorno la mia amata Paulaner, solo qui spillata con cura e pazienza.
Berlino mi è parsa una città fatta di cose concrete, di rapporti umani “pesanti” e non frivoli, poiché anche la sua frivolezza nasconde quella particolare pensosità che noi chiamiamo “nordica”. E’ una città culturalmente vivace, aperta, spericolata. Una città che è stata la capitale del mondo e che la storia sembrava condannare allo svanimento. A Berlino vedi la gloria e la rovina, il successo e la disperazione. Un fine settimana è troppo poco. Ci tornerò. Anche ora che il muro non c’è più.
Pic: Brandenburger Tor, Berlin
Song: Bruce Springsteen – Eyes On The Prize
Link: web.tiscali.it/economiesenzadenaro
Anonimo ( )
A Mauri’ stare in Irlanda non ha accresciuto molto la tua competenza in birre. La Paulaner e’ una birra di Monaco! La tipica birra di Berlino e’ la Berliner-Weiss, una hefeweiss particolarmente chiara e nota per essere aromatizzata. Viene servita spesso in calici da champagne, me ne ero fatti litri l’ultima volta che ero a Berlino.
Il Sekt e’ un sangiovese insipido.
bacco1977 ( )
E me no male che il muro non c’e’ piu’
utopie ( )
Meno male certo. Pero’ da quello che mi hanno detto e ho letto, quando c’era il muro, Berlino era una specie di zona franca con tantissimi giovani, divertimenti e avanguardie. Un laboratorio di idee e liberta’. Anche per far rodere i poveri comunisti dell’est suppongo…
Markus non so neanche cosa e’ la hefeweiss e non ho provato la Weiss, ma di vino ne capisco un po’ di piu’ e i bianchi tedeschi sono tra i migliori al mondo. E il Sekt e’ profumato, ovattato e inebriante. Altro che Sangiovese insipido!
Anonimo ( )
Ciao Maury, leggo con piacere che Berlino ti è piaciuta, che hai avvertito buone vibrazioni. Sono d’accordo, città splendida, con un passato non proprio splendido e con un futuro interessante. Anche io avrei voluto vederla quando c’era il muro, per curiosità, per raffronto ma va bene così, di quella barriera non se ne sente la mancanza! Spero di tornarci presto
Bacio zingaro
Anonimo ( )
ciao mz,
dici bene: berlino e’ una citta’ che pulsa di vita, ed anche se dalla caduta del muro ha perso qualcosa (se non altro i fiumi di danaro pompati dalle potenze occidentali per fare vivere economicamente e per rappresentare degnamente l’enclave capitalista di oltrecortina) ha guadagnato infinitamente di piu’ in ricchezza umana; non sono ancora stato in Irlanda, ma in pochissimi altri posti ho trovato altrettanta simpatia e cordialita’ sincera verso gli stranieri. Sono stato li’ due volte ed e’ decisamente la mia citta’ europea preferita: se ci torni, mi candido a farti da compagno di viaggio. A proposito, stanno chiudendo Tempelhof (l’aeroporto nel cuore della citta’, teatro del ponte aereo nel 1949) e mi piacerebbe andarci in aereo prima che accada…
Anonimo ( )
ho capito bene? mi hai fatto passsare un pomeriggio a cercarti le tue presentazioni in inglese nel vetusto pc associativo e poi sei “andato braccio”. Non ho parole!
Anonimo ( )
Questo commento sara’ un po’ off-topic (pero’ non di molto, conoscendo le idee e i destini degli habituees di questo blog), ma se avete letto l’ultimo post del blog di Grillo (quello di ‘nonno cocaina’) e conoscete le vicende recenti dei vari de Magistris, Forleo e Travaglio mi capirete se dico che l’Italia somiglia sempre piu’ alla foresta di Sherwood. E per identificare lo sceriffo di Nottingham ormai non c’e’ che l’imbarazzo della scelta…
Anonimo ( )
alla faccia dell’ off-topic! non c’entra ‘na sega! 😀
mauri secondo me quello che carlotta non ti ha detto ma ha pensato è: “ma va a cagher!” 😉
utopie ( )
ci torno di sicuro a berlino. mi piacerebbe d’inverno sotto la neve. magari con l’amico gio’ (che spero’ pero’ prima venga a trovarmi a dublino come l’amica anna).
carlotta dovendo fare la relazione con il mio claudiante inglese senza le tue english slides avrei fatto cabaret piu’ che un’orazione. bacio
markus devi proprio commentare tutti i post?
Anonimo ( )
spero di non aver offeso gio’. ad ogni modo credo di intuire chi possa essere lo sceriffo di Nottingham. pero’ di certo non mi pare Grillo il nuovo robin hood.
uto il tipo arrogante con la domanda bastarda ero io in uno dei miei migliori trasferimenti…
Anonimo ( )
Chiudono Tempelhof?!? E’ stato il primo posto che ho visitato a Berlino e un mio compagno di viaggio, sempre chino sulla guida per illustrarci tutte le meraviglie e curiosità di Berlino, mi raccontò tutta la storia del ponte aereo! Peccato…
Consiglio a Maurizio il viaggio con Gio, garantisco per conoscenza del posto e buona compagnia!
Poi naturalmente voglio la foto dei miei due amichetti sotto l’artiglio!!
Anna