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Web marketing nella la casa gotica



Da circa un mese lavoro per una società irlandese in una casa georgiana a Dublino 2. Sul mio contratto e sui miei biglietti da visita c’è scritto che sono un “Web Marketing Manager”. Mi occupo di promozione, formazione e consulenza per hotel in Irlanda e nel mondo. Parrebbe il posto giusto per me.
Tra le mie passioni ci sono i viaggi, internet e la comunicazione. Tra i settori economici in crescita ci sono il turismo, la telematica e il marketing. L’azienda nata a Dublino si sta sviluppando velocemente e negli ultimi due anni sono nati sette uffici locali in Europa, Asia e Sud America. Nel 2009 si aprirà un nuovo ufficio in Italia (si parla di Firenze) e l’idea sarebbe che a gestirlo o almeno a seguire lo start up dovrei andare io se non combino troppi casini quest’anno. Al momento di tornare in Italia non ho nessuna voglia. In futuro chissà.

  • L’arte della negoziazione

Accettare la proposta (ormai non mando da mesi più curriculum ma sono i recruiters o le aziende che mi contattano per offrirmi lavori trovando il mio resumé su monster.ie) non è stato facile. Infatti la proposta iniziale era di 6.000 euro all’anno inferiore al mio stipendio in Accenture. In Accenture prendevo tanto (anzi troppo per quello che facevo), e soprattutto molto di più dei miei colleghi e credo anche del mio supervisor. Tutto grazie alla negoziazione fatta. A differenze dei miei colleghi infatti alla offerta fattami dal recruiter ho contrapposto uno stipendio giornaliero molto maggiore della cifra proposta. Alla fine si è trovato un accordo ma la busta paga era decisamente robusta, anche se si trattava di un contratto di un anno senza benefits (no ferie pagate, no malattie pagate, no schema pensionistico, no assicurazione). Ho ricevuto altre proposte negli ultimi mesi (fondamentalmente ruoli da analista) ma nonostante gli interessanti salari si trattava di grosse multinazionali con sede in business park. Arrivatoci non mollo di certo il quartiere georgiano. Inoltre in fase di negoziazione sono riuscito a spuntare alla mia azienda 2.000 euro in più all’anno e la revisione salariale dopo 6 mesi e non dopo 12 mesi come precedentemente previsto. Ovviamente permanet contract con tanti benefits e le fantastiche irish bank holiday (cioè le festività che cadono sempre di lunedì facendoti fare circa una volta al mese un bel lungo week end).

  • Il fantasma di Jackie Carey

L’azienda dove lavoro nata pochi anni fa ha avuto negli ultimi anni una crescita tumultuoso e negli ultimi tempi si sono triplicati fatturato e dipendenti. La sede è a Fitzwilliam Square a 10 minuti a piedi da casa mia (o 5 in bicicletta). Tra ambasciate, sedi governative e aziende irish della new economy. Sono nel cuore di Dublino e andare a lavoro e passare tra Merrion Square, Holles Street e Baggot Street è un piacere. La sede iniziale dell’azienda era il seminterrato. Crescendo si sono acquistati anche i piani superiori e ora gli uffici sono dislocati tra il vecchio appartamento del maggiordomo, la ex living room o la sala da thè di epoca georgiana. Io sto al piano terra nel vecchio appartamento del giardiniere con il garden di fronte, per raggiungere la stanza delle ragazze dell’Account and Sales passo per una scala segreta usata un tempo dalla servitù. Pare che il leggendario pugile irlandese Jackie Carey sia nato in questa casa come figlio illegittimo di una domestica, molti colleghi giurano che il suo fantasma vive nella casa, ma credo che il rumore dipende dal server che è stato messo nella soffitta. Mentre l’atmosfera è molto gotica e ricca di storia, la tecnologia utilizzata è molto avanzata. Io apprezzo in particolare l’utilizzo degli Apple e sul mio desk con mio grande godimento tutte le mattine trovo un iMac 24″ collegato con un MacBook Pro.

  • The Irish Staff

Sono l’unico italiano e a parte due polacche e un ungherese i miei colleghi sono tutti irlandesi. Questa cosa mi piace. Ho anche un mio piccolo staff di 3 ragazzi appena usciti dal college: un seo, una sem e una html editor. Finalmente mi sento integrato alla città e alla sua economia. Il clima è molto sereno e rilassato. Qua quello che contano sono i rapporti umani e le performance, non la marziale disciplina delle multinazionale dove tutto è analizzato compresi i minuti che perdi in bagno per esigenze fisiologiche. Per ora l’ostacolo maggiore è l’inglese. Per il mio ruolo devo comunicare continuamente con colleghi e clienti irlandesi e non sempre comprendo tutto o sono chiaro io. Decisamente divertenti i meeting aziendali quasi quotidiani dove sono continuamente incitato a dare il mio parere e dove io improvviso ragionamenti di strategie di marketing in un accento che parrebbe assai divertente vedendo i sorrisi dei colleghi.

  • The Lunch Break

Lavoro dalle 9 alle 17.30 con un’ora di pausa. Ma tutto è molto adattabile e spesso io arrivo alle 10 e vado via alle 19.00 e prendo 2 ore di pausa pranzo. Le pause pranzo in centro sono meravigliose. Abbiamo una cucina completa di tutto (inclusa macchina per caffe’ espresso professionale) e non la canteen come le multinazionali. Ognuno di noi ha uno scafale che io ho riempito di Nutella, digestive biscuits, pasta De Cecco, ortaggi e frutta di stagione. Pero’ in questo magnifico e soleggiato maggio di solito esco e in 5 minuti arrivo nei più bei parchi di Dublino. E allora si prende un panino con le salamelle all’Unicorn o un sandwich al salmone affumicato allo Swedish Food e si va al Fitzwilliam Park (parco privato di cui abbiamo le chiavi) o sui prati del Merrion Square Park o del St Stephan Green. Da consigliare in questo periodo l’Ivenagh Garden, il parco più bello di Dublino che ospita “The Secret Garden” una clamorosa mostra scultorea organizzata dalla Salomon Gallery. Alternative sono pranzare lungo il Grand Canal oppure prendere la bicicletta e andare in giro per il centro di Dublino o verso la baia. Da evitare il tornare a casa per il break. Per due volte lo ho fatto e in entrambi i casi mi sono addormentato dopo pranzo.

Nonostante le difficoltà linguistiche e qualche euro in meno in busta paga penso di aver fatto la scelta giusta ad accettare questo lavoro. E la sicurezza la ho avuta quando il secondo giorno di lavoro invece che darmi il solito triste badge con una foto personale orribile impressa mi è stato consegnato un grosso anello di ferro con attaccate tutte le undici chiavi della casa georgiana. Non solo una azienda. La mia seconda casa.

Pic: Georgian Doors, Dublin
Song: Frank Sinatra – Fly Me To The Moon
Link: www.solomongallery.com


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