A Londra
A Londra. Su un cab, quando la nebbia e i grigi mi riportano alla stagione d’autunno, e al freddo, mi chiedo perché sto fuggendo. Io lo so. Ma sono molte ragioni. Ma sono ragioni che all’esterno appaiono esili e misteriose, mentre per me sono totali e assolute. Vado a Londra, so, perché devo ritrovare la mia terza persona, un fantasma che devo incontrare per continuare a vivere. Vado a Londra per incontrarmi con il mio prossimo lavoro e la mia prossima vita.
A Londra. L’ultimo giorno al Winter Garden Jo mi dice “Non puoi continuare ad andare via quando stai male, soprattutto quando i periodi tra una botta e l’altra sono sempre più brevi”. Io dico “Non mi piace affezionarmi alle persone e alle cose e alle stanze, ci rimetto sempre troppo”. Eppure. Come può una ragione così vitale e assoluta apparire talmente fastidiosa che io mi rifiuto di precisarla dicendo solo: “Vado per ragioni personali”? In realtà fuggo per ricapitolarmi. Bisogno di suoni, di stimoli, di complessità. Cerco una città in cui venga offerto il maggior numero di “uscite di sicurezza” ad una condizione di vita sempre più precaria e incerta. Cerco una città con una storia e un futuro non una città di recessione e incertezza.
A Londra. Via da una città di smanettoni IT e multinazionali supporto clienti. Via verso le Olimpiadi 2012 e la “New London”. Ora è tempo di crescere e buttarsi nel mondo dell’economia reale abitato da feroci squali e non da dispettosi Leprechaun. E sbranare per non essere sbranati. Dublino mi ha accolto con un largo e caldo abbraccio di comprensione e affetto. Io mi sono fidato di quell’abbraccio e non chiedevo altro perché avevo bisogno che le mie ferite rimarginassero. A Dublino crolli nervosi, intensità emotive ed eccitazioni febbrili si sono succedute e rivoltate con inedita repentinità; e dov’eran trionfi e vittorie, un attimo dopo esistevano solo rovine e macerie. Come il lavoro. All’inizio inutile e alienante. Poi creativo e complesso. Alla fine insicuro. O la casa. Prima delizia. Dopo delirio. Poi armonia. Infine precarietà. O le mie relazioni sentimentali.
A Londra. Vagabondo per la città illuminata da un’inedita lucentezza autunnale. Vado a Cranley Gardens e non oso percorrere interamente la via. Mi basta uno sguardo di sfuggita da Old Brompton Road. Sono a pochi metri dalla mia nuova fabbrica di salari. Imbocco senza accorgermi Cranley Gardens dalla parte della Fulham Road. E allora sento un grande respiro d’emozione e mi arresto in contemplazione. Da questa parte della via un campanile sovrasta le case. Allora ho la certezza: la “carriera” e lo “status” sono concetti che mai hanno influenzato le mie decisioni. Io vivo solamente negli spazi delle mie emozioni e ho capito solo ora che qual che ho voluto perdere di certo non mi riapparterrà se non come una maledizione.
A Londra. E poi a Dublino a chi importa ormai veramente che resti? A parte un paio di persone. Eppure non ho nessuna voglia di andare a vivere a Londra. Non adesso perlomeno. Dublin why can’t be just more like me?
A Londra. L’ultimo giorno al Winter Garden Jo mi dice “Non puoi continuare ad andare via quando stai male, soprattutto quando i periodi tra una botta e l’altra sono sempre più brevi”. Io dico “Non mi piace affezionarmi alle persone e alle cose e alle stanze, ci rimetto sempre troppo”. Eppure. Come può una ragione così vitale e assoluta apparire talmente fastidiosa che io mi rifiuto di precisarla dicendo solo: “Vado per ragioni personali”? In realtà fuggo per ricapitolarmi. Bisogno di suoni, di stimoli, di complessità. Cerco una città in cui venga offerto il maggior numero di “uscite di sicurezza” ad una condizione di vita sempre più precaria e incerta. Cerco una città con una storia e un futuro non una città di recessione e incertezza.
A Londra. Via da una città di smanettoni IT e multinazionali supporto clienti. Via verso le Olimpiadi 2012 e la “New London”. Ora è tempo di crescere e buttarsi nel mondo dell’economia reale abitato da feroci squali e non da dispettosi Leprechaun. E sbranare per non essere sbranati. Dublino mi ha accolto con un largo e caldo abbraccio di comprensione e affetto. Io mi sono fidato di quell’abbraccio e non chiedevo altro perché avevo bisogno che le mie ferite rimarginassero. A Dublino crolli nervosi, intensità emotive ed eccitazioni febbrili si sono succedute e rivoltate con inedita repentinità; e dov’eran trionfi e vittorie, un attimo dopo esistevano solo rovine e macerie. Come il lavoro. All’inizio inutile e alienante. Poi creativo e complesso. Alla fine insicuro. O la casa. Prima delizia. Dopo delirio. Poi armonia. Infine precarietà. O le mie relazioni sentimentali.
A Londra. Vagabondo per la città illuminata da un’inedita lucentezza autunnale. Vado a Cranley Gardens e non oso percorrere interamente la via. Mi basta uno sguardo di sfuggita da Old Brompton Road. Sono a pochi metri dalla mia nuova fabbrica di salari. Imbocco senza accorgermi Cranley Gardens dalla parte della Fulham Road. E allora sento un grande respiro d’emozione e mi arresto in contemplazione. Da questa parte della via un campanile sovrasta le case. Allora ho la certezza: la “carriera” e lo “status” sono concetti che mai hanno influenzato le mie decisioni. Io vivo solamente negli spazi delle mie emozioni e ho capito solo ora che qual che ho voluto perdere di certo non mi riapparterrà se non come una maledizione.
A Londra. E poi a Dublino a chi importa ormai veramente che resti? A parte un paio di persone. Eppure non ho nessuna voglia di andare a vivere a Londra. Non adesso perlomeno. Dublin why can’t be just more like me?
Pic: Cranley Gardens, London, UK
Song: Jack Johnson – Hope
Link: www.london2012.com
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andima ( )
ascolta questa canzone se puoi, non c’e’ niente su youtube, non la riesco a trovare per il web uffi!
Anonimo ( )
E dai che ti aspetto, con la mia moglie barbaricina!!
London is so fuckin’ cool!!
DirtySpoon ( )
Una cosa è certa, dopo aver avuto a che fare con l’ottima ambasciata irlandese a Londra ho pensato che la suddetta isoletta può anche affondare, ah ah ah ah.
Scherzi a parte, come diceva Sant Agostino, “Ama e fa ciò che Vuoi”. Peccato per la delusione, però.
Anonimo ( )
Cioe’ in pratica le tue compagne di stanza Zyta Polska e Anna Czesky sono tornate nelle rispettive nazioni?
Cmq credo che a Londra troverai qualcosa di simile a Dublino. …. gente che sbocca dai pub, gangs, ecc…
Certo se entri in un certo “giro” puoi finire a cena con qualche celebrity pero’ … LOL
Per esempio gli stessi principini inglesi, specie uno, sono famosi per le mega sbronze nei pub “della Londra Bene”.
Per non parlare dei giri di coca a palazzo….
Jannie Funster ( )
I think I just fell in love with you, of traveler with no plans.
andima ( )
Credo che la felicita’ sia soltanto una equazione di compromessi, se al posto delle variabili metti i tuoi compromessi, quelli giusti, e’ fatta.
Ora togli Dublino, metti Londra, sposta x, raddopia y e.. lo so, per rifare i calcoli ci vuole sempre un po’ di tempo.. e attento ai segni 😉
Anonimo ( )
Carissimo, io non so se per te ora è meglio Dublino o Londra. Quello che so e che se ti sposti a Londra troverai tanto per usare la tua fantasia, per scoprire nuovi mondi, per essere felice.
un abbraccio fortissimo
Anonimo ( )
Di’… ma t’e’ arrivata la SIM?!?!
ColuiAlQualeDicestiMiSembriIlBenveEtc…
Anonimo ( )
A parte il fatto che secondo me dovresti tornare a Manhattan, ma Londra ti potrebbe ridare quel boost in piu’ che Dublino alla fine ti ha tolto.
Su’ su’, ometto! Fanculo il quartiere Georgiano!
Chiuso un capitolo se ne apre sempre un altro… ovvero, morto un papa se ne fa un altro… ovvero, se non finisce il mondo oggi c’e’ da rivedere per il 2012 (della serie, e mica sara’ la fine del mondo?! o no?).
ColuiAlQualeDicestiMiSembriIlBenceEtc…
Anonimo ( )
paragonare Londra a Dublino e’ come
paragonare Roma a Viterbo.
Anonimo ( )
mauri a volte mi fai incazzare. vabbè l’amore per la prosa letteraria, ma sembra che stia andando in guerra dopo la carestia. semplicemente perché una tipa è partita e una altra non te la data o perché la tua azienda non ti fa più country manager come promesso. puoi andare a lavorare nel quartiere più cool di Londra come e-commerce executive con uno stipendio che è il quadruplo di quello di un povere ricercatore universitario italiano. e ti lamenti? Ma va a cagher! 😀
ci si vede ad arbatax next week. Come al solito io porto il tokai tu le donne.
Anonimo ( )
utopie dev’essere sempre al centro dell’attenzione. Si trasferisce a Londra (e non a Frosinone) e lui fa la sceneggiata napoletana! Avesse poi 20 anni! E’ controverso, ama un posto ma lo vuole lasciare…
Come gia qualcuno ha fatto notare, ritieniti fortunato, figliulo.
utopie ( )
questo non è un blog.
è letteratura.
Anonimo ( )
ma esattamente quale sara’ il tuo ruolo? e di che cosa si occupa la tua azienda? in che zona lavorerai
e abiterai?
le utopie saranno pure londinesi?
Anonimo ( )
ciao mz,
e’ tanto che ti devo scrivere, e non riusciro’ neppure a vederti nella country house… se continuiamo a cambiare luoghi all’unisono, puo’ anche essere che prima o poi ci ritroviamo nella stessa citta’. nel caso proporrei berlino (purche’ cambino lingua a breve…)
Anonimo ( )
ciao bello. secondo me dublino è una città troppo piccola per i tuoi interessi e a londra sguazzerai con un pisello nel suo baccello! 🙂 e nel caso io prenoto una visita londinese per le festività di pasqua.
anche se secondo me rimani a dublino ancora per un pò. ci ho scommesso una cena con barbara su questo!
ci si vede in sardegna a fine mese. oltre alle donne per markus non è che ci sarà qualche bel maschio nordico per delle povere zitelle milanesi?
Anonimo ( )
In bocca al lupo.
Unknown ( )
io tifo per il trasferimento in uk. la comunità italiano a londra credo accoglierebbe assai bene una “utopie londinesi”. nonostante i tanti italiani esistenti non esiste un blog simile che io sappia.
Anonimo ( )
ma siamo proprio sicuri che vieni a Londra? Qui chiude tutto!
Pero magari qualche ristorante di cucina sarda lo trovi sempre…
Anonimo ( )
volevo chiedere a Utopie, mi pare di aver capito che sei un economista, come e’ possibile
tutto il casino che e’ successo in USA? Voglio dire, presumendo che la gente che ha fatto sto macello
siano economisti cosa cavolo serve
una laurea del genere se poi
stringi stringi quello che sta alla base di tutto e’ il gioco a la napoletain delle 3 carte?
Anonimo ( )
Sarà ma io non capisco tutta questo disagio nell’andare a Londra da Dublino. E’ come essere dubbiosi se passare dalla solita cena alla trattoria sotto casa a un ristorante due stelle michelin.
Zax (Andrea) ( )
bel post, complimenti.
Andrea
Anonimo ( )
caro utopie, non ti conosco e non conosco le tue motivazioni esistenziali che mi pare sia più importanti delle tue esigenze lavorative. però un avviso ai naviganti: non è solo l’irlanda in recessione e crisi. anche in inghilterra butta male e con i crack finanziari recenti in ambito finance ci sono tantissimi che stanno per perdere il lavoro. e amche in altri settori non si respira aria di grande ottimismo. … e non c’è più ken il rosso!
utopie ( )
ringrazio tutti per commenti, saluti, complimenti, critiche, suggerimenti, domande e quant’altro. Ora sono in vacanza e ho poco tempo, ma risponderò a tutti o direttamente o attraverso il blog. buona vita.
Anonimo ( )
ma scusate perche in italia butta bene?? In italia e’ recessione da una vita ma la colpa e’ dei ROM.
Nathan butta la pasta che e’ meglio…