Riflessioni

Dove sono Finiti gli Homeless Newyorkesi?


Chi dovesse arrivare a New York per la prima volta e si aspettasse la città degli anni ?80 e ?90 con i graffiti sui vagoni della metropolitana, la delinquenza delle gang imperante e gli angoli delle strade con barboni che chiedono monetine rimarrà sorpreso. Nulla di tutto ciò è più così. La dura cura Giuliani che comportava per esempio il carcere per i ragazzini sprovvisti di biglietto della metro ha avuto i suoi effetti e ora New York è una delle città più sicure del mondo senza microcriminalità e homeless sui margine delle strada. Ma dove sono finite le persone che non potevano permettersi l’affitto degli appartamenti, che in balia della speculazione immobiliare, sono aumentati negli ultimi anni di un tasso quattro volte superiore all’inflazione? Fondamentalmente nei ricoveri comunali.
New York è l’unica città degli Stati Uniti che garantisce a tutti un tetto per la notte. Ma siccome tanti dormitori sono in pessime condizioni, in molti preferiscono passare la notte fuori, soprattutto quelli che non hanno sulle spalle la responsabilità di una famiglia. Per motivi fondamentalmente di ?decoro urbano? ora è assolutamente proibito dormire nelle stazioni della metropolitana, nei parchi, sui marciapiedi o in qualunque altro sito visitabile da turisti. Allora i posti più affollati sono i ponti e i sottopassaggi, i viadotti autostradali e vicino ai tralicci ferroviari.
La maggioranza dei senzatetto riesce alla fine a superare questa situazione. Trovano un lavoro e una sistemazione permanente. Contrariamente all’opinione più diffusa, la mancanza di alloggio è un’esperienza non circoscritta al solito gruppo di persone, ma comune a molti newyorchesi. Uno studio ha dimostrato che nell’arco di 10 anni un cittadino su 20 si trova senza un appartamento.
Il sindaco Blomberg, nella torrida estate che stritola anche la Grande Mela creando non poche difficoltà a chi bivacca sui marciapiedi, ha dichiarato guerra ai barboni presentando un piano ambizioso e aggressivo per togliere dalle strade i due terzi dei 3.800 senzatetto di New York entro tre anni. Il progetto? Costruire barriere che rendano inaccessibili gli improvvisi ripari, aumentare la capacità dei centri d?accoglienza, costruire appartamenti di edilizia sociale, avviare un programma di prestiti personali.
Nel mentre l?esercito degli homeless continua, invisibilmente, ad esistere. Una volta, chi stava alle regole, chi aveva un lavoro, poteva contare su una vita decente e almeno su una casa. Ora invece vediamo casi come quello di Barbara, che ha tre figli e passa la notte nei dormitori comunali da oltre due anni. Barbara, quando i poliziotti non la cacciano via, sta sulla 15th con la sua gatta Molly e chiede qualche penny, ma lavora anche part-time come cameriera in un snack-bar di Manhattan. Non ce la fa tuttavia a pagare l’affitto di un appartamento per se e i figli. Sta alle regole, ma non è in grado di procurarsi un alloggio. La fine del ?sogno americano??