Empire State Building Experience
L’altro ieri sono salito sull’empire state building. cercavo il tramonto, ma la lunga fila mi ha concesso una view by night. qua sotto una foto. Non potevo evitare l'”empire state building experience” ma è stata una tragica esperienza. All’ingresso il portiere albanese appena scoperta la mia origine in perfetto italiano (“imparato vedendo canale 5 e rete 4″) mi racconta della sua fuga dalla “comunista albania” per trovare fortuna in occidente. Quando gli dico che ho lavorato oltre un anno in albania e che conosco il suo paese di origine (Tropojë) è difficile evitare che dozzine di turisti mi scavalchino nella fila. La fila! Quasi 3 ore di fila con 3 diversi check point, ragazzotti mascherati da king kong che inutilmente cercano di farti sorridere (si dice che ci riescano solo con quelli dello stato dell? Ohio?) e inutili merchandising posto ovunque ma con le precise regole del mercato (al piano 102 un keyring con la statua della libertà vi costerà 16 dollari e 99 al piano terra 5,99!). Arrivati su inoltre pare di aver già visto tutto e niente ti sorprende. Forse è meglio andarci di giorno (magari in un poco affollato lunedì di febbraio e non in un fine settimana di luglio) e poi magari (non io!) tornarci la notte.
Per fortuna in fila trovo Katomi un alumna giapponese della mia stessa associazione studentesca internazionale (la ho riconosciuta per la sua maglietta ?aiesec in K2?). Lei odia New York e tutte le città “formicai disumanizzanti”. Si mostra anche permalosa quando le chiedo come mai le piaccia l’ipercementificato giappone. Con Hatomi scambiamo esperienze di meeting e canticchiamo sotto lo stupore dei vicini turisti arabi vecchie canzoncine goliardiche cercando (inutilmente) nel lungo serpentono di coda nostri sodali. “Hey aiesec! Hey what?”