Rocky Horror Picture Show
Lo spettacolo creato da Richard O’Brien nell’anno della mia nascita (il 1973), è famosissimo in tutto il mondo, è stato tradotto nelle più disparate lingue e è stato rappresentato in ogni angolo del globo terrestre. Il film che ne è stato tratto trenta’anni fa è tuttora in programmazione in innumerevoli sale cinematografiche e detiene il record di pellicola più proiettata di tutta la storia del cinema. Ora posso dire di averlo visto anche a New York. Al Village. Alla mezzanotte di qualche giorno fa.
Su “The Rocky Horror Picture Show” e sul fenomeno degli “adepti” che in ogni parte del mondo fondano fan-clubs, si recano a vedere e rivedere il film centinaia di volte partecipando attivamente allo spettacolo, travestendosi e facendone una vera e propria filosofia di vita, sono stati fatti studi sociologici e psicologici, si sono scritte tesi di laurea, si sono spesi fiumi di parole e non è il caso di parlarne ora.
Il pubblico in sala era decisamente eterogeneo: il 45enne che lo ha visto negli anni ’70 quand’era adolescente e torna ancora a rivederlo (magari portando i figli), c’è chi invece ha 15 anni e lo ha scoperto solo un anno fa. Tantissime persone ci chiedono spesso quale gusto si possa provare nel tornare a rivedere lo stesso film così spesso. La risposta è molto semplice: non è mai lo stesso film! Il Rocky cambia in continuazione, replica dopo replica si trasforma a seconda della fantasia e dell?entusiasmo del pubblico presente in sala. All?inizio è come un?amante, del quale aneli la presenza ogni minuto; poi, dopo tanti anni, diventa come un buon vecchio amico, col quale passi sempre volentieri un po? di tempo, anche se lo vedi dozzine di volte.
Do the time warp… again!