Italia
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Ritorno a Casa


Non sono più a New York. In questo blog ho parlato di tanti luoghi, persone e sensazioni newyorkesi. Non ho avuto tempo e voglia per parlare di posti significativi non descritti (Bronx, Boston, New Jersey, Off-Broadway, etc.). Sono tornato nella patria, come diceva Marchesi, di santi, di poeti, di navigatori, di nipoti, di cognati. New York mi manca. Mi manca un minimo decente di meritocrazia, di legalità, di libero mercato, di senso dello stato. Come ho già scritto New York non è certo il paradiso in terra e i privilegi, il nepotismo e la rigidità sociale esistono anche in America (a meno che non mi si convinca che Bush figlio è diventato presidente per le sue raffinate qualità intellettuali…). Il bello è che da quelle parti si gioca a carte scoperte e pur tra contraddizioni e intolleranze esiste un senso di società e comunità. Una delle più condivisibili definizioni dell’Italia l’ho sentita ieri dal presidente del Consiglio quando ha detto “questo è un paese impazzito che non pensa più al domani”.

Per ora rimango nella gerontocratica Italia, ma non per molto. Chi viaggia spesso come me capirà bene la sensazione di amore per la propria patria quando si è all’estero e di insofferenza per i patri malcostumi quando si è a casa. Bisogna abituarsi a questa schizzofrenia oppure decidere dove mettere radici digerendo i limiti presenti ovunque? Rimane una domanda senza risposta per ora per me. Sicuramente tornerò quanto prima nella luminosa e ruvida New York.

Finisco il mio ultimo post con un ricordo di Jumito. Jumito era il mio barbiere newyorkese, un anziano costaricano da 40 anni nella grande mela. All’inizio cercavo il classico barbiere italoamericano con l’unghia del mignolo lunga da mafioso, ma pare che barbieri così esitano solo nel Bronx e nei film di Coppola. A Manhattan però ho trovato il negozio di Jumito sulla Broadway Avenue (vedi foto) che adoravo perchè vicino a casa e perchè era uno dei pochi ad avere una clientele interrazziale. E, tra una oliatina ai cappelli ispidi di un afroamericano e un’aggiustatina ai baffi wasp di un caucasico, Jumito quando gli chiedevo di parlarmi di New York diveva sempre orgoglioso: “It couldn’t have happened anywhere but in little old New York”.

utopie newyorkesi