Teatro dell’Oppresso
Il Teatro dell’Oppresso è un metodo teatrale elaborato da Augusto Boal a partire dagli anni ’60, prima in Brasile e poi in Europa, che usa il teatro come mezzo di conoscenza e come linguaggio, come mezzo di conoscenza e trasformazione della realta’ interiore, relazionale e sociale. E’ un teatro che rende attivo il pubblico e serve ai gruppi di “spett-attori” per esplorare, mettere in scena, analizzare e trasformare la realta’ che essi stessi vivono. Ha tra le finalità quella di far riscoprire alla gente la propria teatralità, vista come mezzo di conoscenza del reale, e di rendere gli spettatori protagonisti dell’azione scenica, affinché lo siano anche nella vita. Si basa sull’ipotesi che “tutto il corpo pensa”, in altre parole su una concezione “globale” dell’uomo visto come interazione reciproca di corpo, mente, emozioni. Il metodo fornisce strumenti d’analisi, liberazione e coscientizzazione attraverso un approccio non direttivo e ad una relazione dialogica, che annulli gli aspetti di violenza. Si tenta di sviluppare le capacità intuitive e sensoriali, oltre che razionali. Il metodo si basa sull’ipotesi che “tutto il corpo pensa”, in altre parole su una concezione “globale” dell’uomo visto come interazione reciproca di corpo, mente, emozioni. Il metodo fornisce strumenti d’analisi, liberazione e coscientizzazione attraverso un approccio non direttivo e ad una relazione dialogica, che annulli gli aspetti di violenza. Si tenta di sviluppare le capacità intuitive e sensoriali, oltre che razionali.
Il Teatro dell’oppresso (TdO) nasce negli anni ’60 in Brasile, ad opera di Augusto Boal, direttore del Teatro Arena di Saõ Paulo. Si basa su una precisa presa di posizione, a favore degli “oppressi” e, parallelamente a Paulo Freire, su un lavoro di coscientizzazione. Per conseguire questo scopo, Boal elaborò varie tecniche (teatro giornale, teatro forum, teatro immagine, teatro invisibile…) in grado di valorizzare la cultura dei contadini. Tutte, a vari livelli, cercano di de-professionalizzare il teatro, rompendo la barriera attore-spettatore. Usato come strumento maieutico, e non come catarsi, questo teatro fa scaturire i grandi problemi sociali e collettivi. Un suo peculiare aspetto resta comunque il lavoro sul corpo per sciogliere le maschere muscolari (“un generale cammina come un generale”) e l’attivazione di un pensiero “per immagini”. Il TdO si basa sull’esplicitazione di conflitti interpersonali e sociali. Il TdO cerca soluzioni al conflitto; è il gruppo stesso che le ricerca e le mette in pratica, seppure in uno scenario teatrale; qui l’ipotesi è che la “recita” di una soluzione può stimolare ad agire anche nella vita quotidiana. Il conflitto viene così valorizzato perché permette all’oppresso di liberarsi dall’oppressione.
Dall’influenza del pensiero di Freire il TdO prende l’atteggiamento non indottrinante ma maieutico: non da’ risposte ma pone domande e crea contesti utili per la ricerca collettiva di soluzioni. Una delle sue principali ipotesi base e’ che “il corpo pensa”, ovvero una concezione dell’essere umano come globalita’ di corpo, mente ed emozione dove l’apprendimento/cambiamento vede coinvolti tutti e tre gli aspetti, in stretta relazione. Il TdO si muove ai confini tra teatro, educazione, terapia, intervento sociale e politica. Fulcro del lavoro e’ l’analisi + trasformazione delle situazioni oppressive, di disagio, conflittuali, della vita quotidiana. Usa come strumenti una serie di esercizi e giochi che mirano a sciogliere le “meccanizzazioni” del nostro corpo/mente/emozione che sono cristallizzate nella cosiddetta “maschera sociale”. Pur toccando aspetti personali ed emotivi, il TdO non si pone come terapia, ma come strumento di “liberazione” collettiva che poggia sulla presa di coscienza autonoma delle persone, sullo “specchio multiplo dello sguardo degli altri”. Ma le diverse situazioni critiche possono essere affrontate usando tecniche e metodi appropriati: Giochi esercizi. il Teatro Forum, il Teatro Immagine, il Teatro Invisibile, il Flic-dans-la-tete (Poliziotto nella testa), Teatro Giornale e altri esercizi particolari. L’ultima tappa del TdO e’ attualmente il Teatro-Legislativo, esperienza inizialmente svolta a Rio de Janeiro dal 1993 al 1996 dove Boal, eletto deputato della Camera dei Vereadores, ha coordinato un progetto tramite cui gruppi sociali organizzati (donne, senza terra, disoccupati, etc.) potevano esprimere i loro bisogni col teatro, traducendoli poi in proposte di legge discusse alla Camera e viceversa; inoltre, Leggi gia’ presenti ma non rispettate venivano rafforzate tramite azioni di Teatro-Invisibile che mettevano in luce le inadempienze; e’ un’esperienza che Boal chiama di “democrazia transitiva”, ne’ diretta ne’ delegata, che connetta maggiormente il legiferare e le Istituzioni coi bisogni chiave dei cittadini organizzati; esperienza che si sta proponendo ora anche in diverse citta’ d’Europa. Oggi il TdO e’ diffuso in tutto il mondo, con un centro storico a Rio (Centro do Teatro do Oprimido) e a Parigi (Centre du Theatre de l’Opprime’); piu’ svariati gruppi e centri che hanno elaborato visioni particolari del metodo in diversi altri paesi.
Principi
- Lo scopo base del TdO e’ umanizzare l’Umanita’.
- Il TdO e’ un sistema di Esercizi, Giochi e Tecniche basate sul Teatro Essenziale, per aiutare uomini e donne a sviluppare cio’ che loro gia’ hanno dentro se stessi: il teatro.
- Ogni essere umano e’ teatro!
- Il teatro e’ definito come l’esistenza simultanea – nello stesso spazio e contesto – di attori e spettatori. Ogni essere umano e’ capace di vedere la situazione e di vedersi nella situazione.
- Il Teatro Essenziale consiste in tre elementi: il Teatro Soggettivo, il Teatro Oggettivo e il Linguaggio Teatrale.
- Ogni essere umano e’ capace di recitare-agire (acting): noi dobbiamo necessariamente produrre azioni e osservare queste azioni e i loro effetti sull’ambiente. Essere Umano vuol dire essere Teatro: la coesistenza dell’attore e dello spettatore nello stesso individuo. Questo e’ il Teatro Soggettivo.
- Quando gli essere umani limitano se stessi nell’osservare un oggetto, uno persona o uno spazio, rinunciando momentaneamente alla loro capacita’ e necessita’ di agire, l’energia del loro desiderio di agire e’ trasferita a quello spazio, persona od oggetto, creando uno spazio nello spazio: uno Spazio Estetico. Questo e’ il Teatro Oggettivo.
- Tutti gli esseri umani usano, nella loro vita quotidiana, lo stesso linguaggio che gli attori usano sul palco: le loro voci, i loro corpi, i loro movimenti e le loro espressioni; essi traducono le proprie emozioni e desideri nel Linguaggio Teatrale.
- Il TdO offre a ognuno lo strumento estetico per analizzare il proprio passato, nel contesto del proprio presente e conseguentemente inventare il proprio futuro, senza attenderlo. Il TdO aiuta gli esseri umani a recuperare un linguaggio che gia’ possiedono – noi impariamo come vivere nella societa’ facendo teatro.Noi impariamo come sentire per mezzo del sentire; come pensare pensando; come agire agendo. Il TdO e’ una prova per la realta’.
- Gli oppressi sono quegli individui o gruppi che sono socialmente, culturalmente, politicamente, economicamente, razzialmente, sessualmente o in ogni altro modo, deprivati del loro diritto al Dialogo o in ogni modo danneggiati nell’esercizio di questo diritto.
- Il Dialogo e’ definito come un libero scambio con gli altri, come persona e come gruppo, nel partecipare alla societa’ umana come eguale, nel rispettare le differenze ed essere rispettato.
- Il TdO e’ basato sul principio che tutte le relazioni umane dovrebbero essere di natura dialogica: tra uomini e donne, tra razze, famiglie, gruppi e nazioni, il dialogo dovrebbe prevalere. In realta’ tutti i dialoghi hanno la tendenza a diventare monologhi, che creano la relazione oppressi-oppressori. Riconoscendo questa realta’ il piu’ importante principio del TdO e’ di aiutare a restaurare (to restore) il dialogo tra gli esseri umani.
- Il TdO e’ un movimento mondiale non-violento ed estetico che cerca la pace, non la passivita’.
- Il TdO cerca di attivare la gente in un tentativo (endeavor) umanistico espresso dal suo vero nome: teatro di, da, e per l’oppresso. Un sistema che rende capace la gente di agire nella finzione del teatro per diventare protagonista, cioe’ soggetto attivo, della propria vita.
- Il TdO non e’ ne’ un’ideologia ne’ un partito politico, non e’ dogmatico ne’ coercitivo, ed e’ rispettoso di tutte le culture. E’ un metodo di analisi e un mezzo per sviluppare societa’ piu’ felici. A causa della sua natura umanistica e democratica, esso e’ largamente usato in tutto il mondo, in tutti i campi di attivita’ sociale come: educazione, cultura, arte, politica, lavoro sociale, psicoterapia, programmi di alfabetizzazione e salute.
- Il TdO e’ ora usato in circa meta’ delle nazioni del mondo, elencate nell’allegato, come uno strumento per forgiare scoperte circa se stessi e circa l’Altro, per chiarificare ed esprimere i nostri desideri; uno strumento per il cambiamento delle circostanze che producono infelicita’ e pena, e per l’intensificazione di cio’ che porta pace; per rispettare le differenze tra gli individui e gruppi e per includere tutti gli esseri umani nel Dialogo; e infine uno strumento per ottenere giustizia economica e sociale, che e’ il fondamento della vera democrazia. In sintesi, l’obiettivo generale del TdO e’ lo sviluppo dei Diritti Umani fondamentali.
L’organizzazione internazionale del TdO (ITO) è un’organizzazione che coordina e intensifica lo sviluppo del TdO in tutto il mondo, secondo i principi e gli obiettivi di questa Dichiarazione. L’ITO fa cio’ connettendo chi pratica il TdO in una rete globale, favorendo lo scambio e lo sviluppo metodologico; facilitando la formazione e la disseminazione delle tecniche esistenti; concependo progetti su scala globale; stimolando la creazione di Centri di TdO locali (CTO); promuovendo e creando condizioni per il lavoro dei CTO e di chi pratica il TdO e creando un punto d’incontro internazionale su Internet. L’ITO e’ della stessa natura umanistica e democratica tanto quanto i suoi principi ed obiettivi; essa incorporera’ ogni contributo da quelli che stanno lavorando secondo questa Dichiarazione di Principi. L’ITO si impegnera’ (to assume) affinche’ chiunque usi le varie tecniche del TdO sottoscriva questa Dichiarazione dei Principi.
Tecniche del metodo
Giochi-esercizi: tecniche di integrazione, fiducia, sensibilizzazione (dal toccare al sentire, dal guardare al vedere, dall’udire all’ascoltare) e de-meccanizzazione. Il gioco è un esercizio ricreativo singolo o collettivo che impegna la mente e l’abilità fisica. Il gioco nelle sue funzioni analogiche e metaforiche, crea le condizioni di un’immersione in emozioni, ruoli e dinamiche che, prescindendo dal contenuto, possono essere analizzate “come se” fossero generate da situazioni reali. Nel Teatro dell’oppresso i giochi-esercizi sono strumenti di preparazione teatrale per sciogliere le nostre rigidita’ corporee e percettive. L’esercizio e’ una riflessione fisica su se stessi. Un monologo. Una introversione. I giochi, in compenso, sono legati all’espressivita’ del corpo che emette e riceve messaggi. I giochi sono un dialogo, esigono un interlocutore. Sono estroversione.
Teatro immagine
Attraverso le sculture corporree e successive dinamizzazioni l’allenamento su osservazioni/interpretazione e l’esplorazione dei linguaggi analogici.
Codici, rituali e maschera sociale: la realtà come semplificazione e codificazione; il trittico persona, personalità e personaggio.
Esercizi per la creazione dei personaggi: l’evocazione dei personaggi attraverso metodi interpretativi, in particolare Stanislavskij.
Nel teatro invisibile cui scene inconsuete accadono in un bar, o al mercato… il pubblico ignaro è coinvolto nell’azione, nel dibattito, nelle questioni sollevate. I partecipanti-attori hanno prima preparato il canovaccio dell’azione e poi lo hanno attuato uscendo con i personaggi.
Il teatro immagine invece è un altro metodo del teatro dell’oppresso che ha tra le finalità quella di far riscoprire alla gente la propria teatralità, vista come mezzo di conoscenza del reale. Si basa sull’ipotesi che “tutto il corpo pensa”, in altre parole su una concezione “globale” dell’uomo visto come interazione reciproca di corpo, mente, emozioni. Nel teatro immagine si sperimentano linguaggi non verbali usando il corpo, il movimento e il ritmo per confrontare le diverse immagini della realtà. Si tenta di sviluppare le capacità intuitive e sensoriali, oltre che razionali.
E’ una tecnica basata sulla costruzione di immagini coi corpi delle persone; queste immagini ci dicono come una persona e un gruppo la pensano visivamente, su un certo argomento; le immagini poi possono essere dinamizzate con l’intervento del pubblico o autonomamente per esplorare le tensioni interne, i conflitti, i desideri e i cambiamenti possibili. Siccome l’immagine e’ probabilmente piu’ legata all’inconscio, al non-verbale, all’emisfero destro del cervello, permette una conoscenza che attraversa il controllo della mente conscia, supera le difese e le repressioni, aiuta a liberare l’immaginario.
Teatro forum
Alla rappresentazione di situazioni oppressive riconoscibili dal pubblico alla trasformazione dello stesso in attore-protagonista; dall’idea alla lotta sul palcoscenico con gli attori-antagonisti; dall’azione individuale al dibattito.
Il teatro forum è uno metodo del teatro dell’oppresso in cui si mette in scena una scena teatrale che rappresenta una situazione oppressiva; può essere considerato un brainstorm su temi sociali. Gli “spett-attori” sono chiamati ad intervenire e cercare soluzioni, sostituendosi agli attori. Si tratta di una forma di teatro che si offre come strumento di liberazione, personale e collettivo; che è d’incitamento alla creatività e che si stimola con l’emozione e con il divertimento.
Nel teatro forum si cercano delle soluzioni assieme agli “spett-attori”: chi ha un’idea sostituisce un attore e mette in scena la propria volontà; a volte succede che pur avendo delle buone idee non si riesca a metterle in pratica, oppure si finisce in un vicolo cieco; con l’aiuto di una mente collettiva si cerca di arrivare ad una soluzione soddisfacente. Ci sono conflitti che nascono da ingiustizie, altri da stereotipi e incomprensioni; in ogni caso ci sono scontri tra valori o bisogni diversi: in certi casi sono risolvibili tramite mediazioni e soluzioni creative, in altri tramite l’eliminazione dell’ingiustizia.
E’ una tecniche che nasce in Peru’, casualmente, per l’insoddisfazione di una spettatrice che non riusciva a veder realizzati dagli attori i propri suggerimenti. Si tratta di una scena teatrale che rappresenta una situazione negativa, oppressiva o semplicemente problematica. La scena e’ presentata una prima volta, quindi il pubblico e’ chiamato a intervenire e cercare alternative e soluzioni, sostituendosi inizialmente al solo Protagonista. Il conduttore del Forum, chiamato Jolly, non giudica i diversi interventi ma interpella il pubblico sulla realta’ ed efficacia delle soluzioni proposte, problematizzandole. Il Teatro-Forum in Sud America era giocato come simulazione, prova generale prima dell’azione (uno sciopero, una manifestazione, ecc.); in Europa esso e’ diventato un vero e proprio spettacolo, lo stile e’ anche non realistico (simbolico, surreale, etc.), il pubblico spesso disomogeneo.
Teatro invisibile
La coscientizzazione riguardo determinate problematiche attraverso azioni teatrali nelle quali la gente è inconsapevolemnte coinvolta.
Il teatro invisibile è uno strumento del teatro dell’oppresso in cui brevi rappresentazioni, schematiche e stimolanti, di un conflitto reale, si adattanoo al pubblico cui si rivolge. Nel teatro invisibile si stimola la discussione tra gli “ignari” spettatori. Nel teatro invisibile si cercano soluzioni al conflitto; è il gruppo stesso che le ricerca e le mette in pratica, seppure in uno scenario teatrale; qui l’ipotesi è che la “recita” di una soluzione può stimolare ad agire anche nella vita quotidiana. Non e’ mai chiaro se c’e’ o non c’e’ un’azione di teatro. Per esempio, in strada, un attore può molestare una donna (pure del gruppo) per vedere le reazioni della gente. Un altro esempio: in un negozio “Mc Donald’s” uno ordina un panino e inizia a svuotarlo schifato. Altri (d’accordo) lo imitano. Dopo pochi minuti nessuno ha il coraggio di mangiare: nessuno ha capito che era teatro, ma tutti hanno capito che schifezza stavano mangiando.
Azioni teatrali preparate con cura che non vengono svelate e si svolgono in luoghi pubblici come eventi strani che accadono e suscitano l’attenzione dei presenti ignari. Successivamente gli attori convogliano la discussione delle persone sui fatti che a loro interessa esplorare, immettendo informazioni e opinioni, agendo con i diversi personaggi che ci si e’ dati e improvvisando col pubblico. Scopo dell’invisibile e’ far esprimere spontaneamente il pubblico ignaro per verificare le opinioni che emergono e per indicare alternative possibili. Purtroppo viene ormai confuso con la Candid Camera televisiva o azioni analoghe svolte allo scopo di divertire o dimostrare quanto la gente e’ credulona. E’ un vecchio strumento che esiste da tempo immemore nella sua forma piu’ semplice e che era usato in maniera massiccia durante la Repubblica di Weimer nella Germania pre-nazista, da gruppi di cosiddetti agit-prop. Boal lo usa e sistematizza in Argentina nel 1971 dove, da rifugiato politico, era costretto a fare teatro segretamente.
Teatro giornale
Lslettura di notizie pubblicamente per coscientizzare gli uditori.
Flic dans la tete: tecniche utilizzate per il lavoro su oppressioni di tipo psicologico.
Il teatro giornale è una tecnica di teatro dell’oppresso in cui due o più persone vanno in un posto dove c’e’ molta gente (metropolitana, sala di aspetto, ecc.). Siedono e leggono ad alta voce, a turno, dei titoli o brani di giornale. L’importante e’ mettere in collegamento cose che sono in pagine diverse e che non verrebbero perciò collegate, ma che sono in realtà interconnesse. Ad esempio il primo legge: i sindacati stanno progettando uno sciopero generale per avere un aumento del 10%, il secondo: in Etiopia 40.000 persone stanno morendo a causa della carestia, poi di nuovo il primo legge una pubblicità di biscotti, e così via. Sono possibili diverse tecniche.
Lettura semplice. Estrarre la notizia dal diagramma imposto dal giornale (la notizia cambia significato se e’ inserita con altre, ha una certa ampiezza, e’ in 1 pagina o no, ha delle foto…) e leggerla semplicemente come cosa a se’. Esempio: l’elenco del ricco menu’ di un banchetto governativo con ampi dettagli, letta durante un periodo di restrizioni economiche e disoccupazione. Utilita’: puo’ servire soprattutto per notizie che portano dati eloquenti di per se’ (cifre, elenchi…) sovrabbondanti, eccessivi, che fanno percio’ toccare con mano un’ingiustizia perche’ sorprendono: i miliardi spesi nella guerra…
Lettura completata. A volte un’omissione rende falsa una notizia vera. Si tratta percio’ di completare una notizia con un’altra che le rida’ senso o la contraddice. Es.: notizia delle buone bistecche paraguaiane, completata dal fatto che il costo e’ inaccessibile per molti cittadini e che vengono percio’ esportate. Utilita’: soprattutto per notizie che sembrano positive, ma perche’ sono incomplete e la parte mancante le svela: notizie di successo economico o militare, di ordine, di democrazia, etc.
Lettura incrociata. A volte si pubblicano notizie che si contraddicono a vicenda o che svelano disparita’ sociali. Es.: la notizia sull’ultimo decreto che dichiarava l’emergenza in un villaggio per il tasso di mortalita’ infantile era incrociata con quella di un reportage su una signora gastronoma che si dilettava a cucinare cose squisite per un gruppo di amici. Utilita’: funziona se evidenzia la divisione in classi, percio’ il troppo che ha una parte rispetto a un’altra; oppure in casi di evidente discriminazione (i curdi sono deportati, i kosovari pure… ma li’ si fa la guerra, in Turchia no).
Lettura ritmata. Si legge la notizia andando a tempo, o in rima, o con ritornelli e ripetizioni. Tutto cio’ filtra la notizia e la rende grottesca. Utilita’: utile per mettere in ridicolo discorsi tronfi e proclami, dichiarazioni ufficiali e discorsi politici, appelli, etc.
Lettura con rinforzo. Si intercala la lettura della notizia con slogan pubblicitari presi dalla pubblicita’. Es.: le informazioni di un documento critico sulla societa’ brasiliana erano intercalate da slogan tipo “Brasile, amalo o lascialo, conta su di me!…” presi dalla pubblicita’. Utilita’: puo’ servire a rendere ridicoli certi slogan pubblicitari politici. Conviene usare slogan politici e/o pubblicitari conosciuti dai piu’.
Azione parallela. Si tratta di mostrare con la mimica azioni che si riallaccino per completamento o contraddizione con la notizia letta. Es.: per mostrare la poca serieta’ di alcuni intellettuali si leggevano i loro testi baldanzosi mentre una scena li mostrava molto chiacchieroni e bevitori a un ricevimento. Utilita’: utile per svelare la differenza tra parola e azione di un gruppo o una persona o un Governo.
Storico. Alla notizia si aggiunge una scena storica che mostra un problema simile nel passato oppure in un altro paese, oppure le diverse soluzioni adottate altrove, etc. Utilita’: utile per paragonare situazioni simili e avere alternative. Servono problemi precisi e situazioni chiare.
Improvvisazione. Si fa una scena improvvisandola a partire da una notizia. Il pubblico stimolera’ ad andare in certe direzioni piuttosto che altre e lo spettacolo si arricchira’ ogni volta di piu’. Utilita’: catturare l’attenzione, sentire il pensiero del pubblico. Si potrebbero fare domande e usare la “drammaturgia simultanea”, cioe’ far “scrivere-dire” al pubblico la scena che gli attori subito improvvisano.
Concretizzazione dell’astrazione. Consiste nel rendere visibili attraverso analogie o simboli o altro, fatti e parole che per troppo uso hanno perso la capacita’ di stimolo. Si puo’ mostrare come muore un minatore o esporre le viscere di un animale per simboleggiare la morte di uomini. L’importante e’ tener sveglia la sensibilita’ dello spettatore. Utilita’: catturare l’attenzione e far “sentire” le parole stantie, vecchie ma valide, tipo pace, guerra, violenza, etc.
Testo fuori del contesto. Si legge la notizia in un contesto diverso a cui si e’ abituati; o con uno stile particolare. Es.: si descrisse un funerale di un generale con particolare attenzione agli abiti dei presenti e quindi come una sfilata di moda. Oppure la notizia della morte di un bambino nella favela con lo stile “colonna mondana” di critica dell’abbigliamento della madre pieno di toppe. Utilita’: per ridicolizzare i riti dei potenti; funziona su riti e rituali del Potere. O anche su forti contrasti.
Inserzione nel vero contesto. Si tratta di far capire perche’ la tal disgrazia o il fatto clou e’ avvenuto, situandolo nel contesto giusto. Es.: un giorno mori’ un bambino per uno sbaglio del medico che venne criticato. Nella tecnica si mostrava con l’azione e la parola che quel medico faceva il lavoro in condizioni assurde nella favela: i troppi bimbi da curare, la mancanza di attrezzature, etc. Utilita’: per capire i perche’ di un episodio sconcertante, un evento drammatico inesplicabile. Funziona sui fatti di cronaca nera o simili.
Teatro legislativo
Una struttura che mette il metodo teatrale di Boal all’interno di un percorso di ricerca e crescita collettiva del rapporto tra popolazione e Istituzioni.
In estrema sintesi il Teatro-Legislativo è l’ultima sistematizzazione di Boal, l’autore del Teatro dell’Oppresso. Si tratta di una struttura che mette il metodo teatrale di Boal all’interno di un percorso di ricerca e crescita collettiva del rapporto tra popolazione e Istituzioni. Boal lo chiama strumento per attuare una democrazia transitiva, che sia intermedia tra quella delegata e quella diretta (come nell’antica Grecia, ormai impossibile nelle società complesse). Democrazia, perché rida’ al popolo parte del potere che le elezioni delegano ai politici per un intero periodo, senza possibilita’ di influenzarli in itinere. L’obiettivo e’ quindi quello di connettere i bisogni e desideri popolari, o meglio dei gruppi organizzati della societa’ civile, con il Palazzo, in un rapporto circolare di influenzamento, mediato pero’ dai coscientizzatori teatrali. In pratica l’esperienza nasce con l’elezione di Boal alla Camera dei Vereadores (una sorta di Consiglio comunale) di Rio, nel 1993 (e fino al 1996) per il PT (Partito dei Lavoratori). Boal chiama a lavorare con lui una ventina dei suoi animatori che lo avevano accompagnato durante la campagna elettorale. Imposta un programma di lavoro che parte attivando decine di laboratori teatrali presso gruppi organizzati della popolazione: disoccupati, senza terra, donne, omosessuali, abitanti delle favelas, etc. Gli animatori costruiscono percorsi che permettono ai gruppi di esprimere le urgenze e i problemi piu’ sentiti e metterli in scena; questi pezzi sono presentati come Teatro-Forum a gruppi simili e talvolta anche in festival. Dagli interventi del pubblico nascono idee e alternative di soluzione che vengono raccolte sistematicamente dagli animatori e portate nell’Ufficio di Boal. Qui, un gruppo di legali, trasforma questo materiale, lo pulisce e lo rida’ sotto forma di proposte di Legge che Boal presenta nella Camera. I risultati di cio’ come l’iter e il punto della situazione vengono periodicamente riportati alla gente tramite azioni teatrali. Il circuito e’ cosi’ avviato circolarmente. Sulla base di 4 anni di esperienza il gruppo di Boal riesce a far approvare dalla camera tredici Leggi innovative su diversi problemi e diritti mancati: assistenza in ospedale per gli anziani, barriere architettoniche, discriminazioni, protezione dei testimoni di ingiustizie e crimini, etc. Boal ha quindi utilizzato il Teatro-Forum (ma anche altre tecniche) all’interno di un percorso complesso di tipo socio-istituzionale, che rinnova il Forum e lo rende utile anche per il mondo Occidentale (dove invece era criticato come troppo legato a una cultura e visione dicotomica della societa’). Il Forum e gli altri strumenti sono inseriti in un percorso di coscientizzazione che influisce sul livello Istituzionale; questa forse e’ la caratteristica innovativa. Successivamente alla fine del mandato Boal non viene pero’ rieletto, pertanto l’esperienza finisce, ma Boal la esporta in Occidente. A Londra, a Parigi, a Monaco e in Austria, Boal diffonde la proposta, trovando gruppi consenzienti e a Vienna anche tre politici che appoggiano la novita’. Un libro edito a Londra ne esprime la base teorica e alcune esperienze pratiche. Se si comprende il T.L. come un processo aperto di ricerca di come il teatro politico possa connettersi alle Istituzioni per rinvigorire il rapporto della base con esse, perche’ le Leggi siano fatte a partire dai bisogni della popolazione intera e non di elite, si aprono diverse possibilita’. Una prima e’ quella di usarlo per produrre Leggi che nascano da esigenze condivise dalla base; questo pero’ richiede una sensibilita’ politica nelle Istituzioni che forse si puo’ trovare in qualche Comune, difficilmente a livello parlamentare avrebbe efficacia; da verifica i livelli intermedi. Inoltre necessita di una forza della societa’ civile, di una sua precedente strutturazione, perche’ le proposte siano poi sostenute. Una seconda chance e’ quella di vedere il T.L. come attivita’ non di costruzione di Leggi ma di difesa e applicazione di quelle esistenti. Gia’ a Rio si fece qualcosa del genere: rispetto alla discriminazione tra coppie etero, omo e lesbiche nel prezzo degli alberghi a ore, un’azione invisibile porto’ a ribadire il diritto di uguaglianza. Si potrebbe quindi pensare a individuare simili situazioni di Leggi esistenti e non applicate e pensare azioni conseguenti: questo richiede un gruppo abile ad agire con rapidita’ e incisivita’ e una base interessata all’applicazione di quella Legge (quindi associazioni, organismi vari). Infine, si puo’ pensare al T.L. come modalita’ non legate a Leggi (da creare o da difendere) ma a scelte politiche delle amministrazioni; cosi’ in occasione di approvazione di bilanci e di scelte particolari, si puo’ immaginare che gruppi gia’ organizzati vadano a sensibilizzare sul problema e a far esprimere la societa’ civile sulle scelte che si stanno assumendo. A Santo Andre’ del Brasile per esempio, il Governo locale usa azioni di Teatro-Forum per decidere come spendere i fondi comunali (bilancio partecipativo). Tutto cio’ richiede una societa’ civile attiva e una scelta di campo, perche’ la base puo’ essere anche ambiente di nascita di tendenze regressive quando non apertamente reazionarie, quindi far esprimere la base non significa rimanere neutrali rispetto alle proposte che emergono. Delicato e’ quindi il ruolo di chi guida/sostiene/stimola questo processo, come delicata e’ la coscientizzazione, perche’ non scivoli ne’ nella trasmissione di verita’ precostituite, ne’ nel lasciar passare tutto come espressione della volonta’ popolare.
Con “coscientizzazione” ci si riferisce alla ricerca pedagogica e politica di Paulo Freire. L’obiettivo della coscientizzazione e’ di potenziare le conoscenze e le risorse dei gruppi facilitando un processo di apprendimento che diventa coscienza critica, “transitiva” e dialogica e potenzialita’ di “liberazione”. La coscientizzazione e’ una pratica diffusa in molti paesi soprattutto in Sudamerica, centrata sulla fiducia nel “sapere” degli oppressi e sul ruolo problematizzante del conduttore che educa-e- apprende dialogando. Paulo Freire nato nel 1921 a Recife (Brasile), nel 1961 ha fondato il Movimento di Cultura popolare cominciando a elaborare e applicare l’ormai celebre “metodo” legato al suo nome. Esule politico, dal 1965 ha partecipato alle campagne di alfabetizzazione e continuato le sue ricerche in Cile, negli USA e poi in Svizzera, dove ha lavorato come esperto di problemi pedagogici per il Terzo Mondo. Tornato in Brasile ha preso la direzione della riforma delle scuole superiori ed e’ morto nel pieno del suo lavoro a San Paolo, nel 1997.
Augusto Boal
Nato a Rio de Janeiro nel 1931, e’ stato regista del Teatro de Arena (São Paulo) dal 1956 al 1971, quando viene espulso dal Brasile esiliandosi prima in Argentina, poi in Peru’ (dove inizia a formulare i giochi dell’arsenale politico del Teatro dell’Oppresso), infine in Francia dove si stabilisce fino al 1991, creando le tecniche del Flic-dans-la-tete. Di ritorno a Rio de Janeiro, e’ eletto Vereador (una sorta di consigliere comunale) per il Partito dos Trabalhadores e svolge il suo Mandato Político-Teatral applicando il Teatro Legislativo a Rio ed in altre citta’ brasil