Sulle orme di Cùchulainn
Venerdì e sabato era il mio turno. Toccava a me fare il crocerossino dopo che martedì e mercoledì Belén era al mio capezzale a farmi compagnia e farcirmi di inutili rimedi omeopatici e devastanti zuppe di antica tradizione basca a base di aglio e tabasco per curare la mia influenza affrontata da me con tutta la pavidità possibile. Venerdì sera Belén febbricitante mi apre la porta della sua bella casa sul Liffey, si presenta con calzettoni rossi con disegnate renne natalizie, mio maglione irlandese di lana color panna con le maniche farcite di fazzolettini di carta, cuffia fatta a mano a righe viola e gialle e scialle nero della nonna con frange. “Hola Marissio!”, “Hola Granny!”. Le porto i bastoncini di cioccolato alla menta di cui lei è ghiotta e una torta salata agli spinaci fatta con le miei mani farcita furtivamente di aspirine. Bevendo latte caldo e Jameson ci vediamo “Blanca Nieves y los Siete Enanos”. Divertente. I 7 nani in spagnolo parlano come Topo Gigio! Il sabato è di convalescenza. La domenica mattina Belén è guarita e piena di energia. Mi sveglio la mattina alle 9 all’urlo di “Wake up lazy men, It’s a sunny day!” e poco dopo tutte le tende verdi sono aperte e dalla finestra filtrano invadenti raggi solari. La mia idea è fare pigramente un ricco brunch al solito posto nei docklands. L’alternativa proposta è andare a Newgrange, il luogo dove secondo la mitologia celtica fu concepito l’eroico Cùchulainn. Obbedisco.
Propongo la mozione di andare in treno a Drogheda (pronuncia Drgdà) e poi da là prendere il bus che porta al centro visite di Newgrange. Mozione accolta. E fortunatamente perché la giornata è veramente bella e il treno passa lungo la costa. Dopo una mezz’oretta dalla partenza il treno effettua una fermata alla stazione di Lusk & Rush (pronuncia luscheràsc) e Belén mi trascina fuori dal treno prima che io possa vedere sulla guida dove ci troviamo. Siamo fuori perché il “nome del paese è divertente e tanto abbiamo tutto il tempo”. Peccato che non esista nessun paese chiamato Lusk & Rush, ma c’è solo questa stazione dispersa nel nulla a debita distante dal villaggio Rush sulla costa e l’altro villaggio Lusk sulle colline. Non ci siamo fermati al bel villaggio di Skerries con i suoi imponenti mulini a vento o a Balbriggan con il suo pittoresco porticciolo e la sua torre, ma alla Lusk & Rush Railway Station, dove non esiste nemmeno un pub dove aspettare il prossimo treno che passerà dopo oltre 2 ore. Arriviamo a Drogheda giusto in tempo per prendere l’ultimo bus per Newgrange. Quello delle 15.15. Prendendo il biglietto ci rendiamo conto che abbiamo controllo su internet gli orari per andare al sito archeologico, ma non quelli per tornare dal sito e l’ultimo bus parte esattamente alle 15.15! Partiamo lo stesso affidandoci a Belénos, il dio celtico del Sole. L’Apollo celtico pare che ci abbia ascoltato e riusciamo a farci dare un passaggio in macchina da Barry, simpatico studente di letteratura che nei fine settimana fa la guida nel sito e fa il cantante “ma non paragonatemi a quel fottuto di Bono, please”.
Visto da fuori, Newgrange è un deludente tumulo appiattito e ricoperto di erbacce. Ma sotto la superficie si cela la più bella tomba a corridoio dell’età della pietra di tutta l’Irlanda e uno dei più interessanti siti preistorici d’Europa. Risale al 32.000 a.C. circa ed è dunque più antica delle piramidi d’Egitto di circa sei secoli. Non è ancora chiaro lo scopo per cui venne costruito. Forse era il luogo di sepoltura dei re o un luogo in cui si svolgevano dei rituali, ma l’allineamento con il sole durante il solstizio di inverno fa pensare che forse veniva usato come calendario. Barry ci dice che il nome deriva dall’Irlandese “Cave of Gràinne”, allusione a un evento della mitologia celtica conosciuto da tutti bambini irlandesi. “The Pursuit of Diarmuit e Gràinne” narra l’amore illecito tra la moglie di Fion McCumhaill, capo della Fianna, compagnie di guerrieri che difendeva l’Irlanda dalle invasioni nemiche, e Diarmuit, uno dei suoi lungotenenti più fidati. Quando Diarmuit fu ferito a morte, il suo corpo fu portato a Newgrange dal dio Aengus nel vano tentativo di salvarlo, e la disperata Gràinne lo seguì nella grotta, dove rimase a lungo a vegliarlo dopo la morte.
Brú na Bóinne (la dimora del Boyne in irlandese) è un’area della valle del fiume Boyne delimitata tra le città di Slane e di Drogheda, dove il letto fluviale serpeggia in numerose anse. Qui è possibile ammirare un paesaggio archeologico, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, unico al mondo e ora minacciato da speculazione edilizia e infrastrutture di devastante impatto ambientale: un esteso complesso archeologico con oltre 50 monumenti costruiti nel neolitico da un’antichissima civiltà contadina preceltica repentinamente scomparsa. Il sito più interessante è proprio Newgrange. Una pietra superbamente incisa con decorazioni a spirale doppie e triple si erge a guardia dell’entrata principale della tomba. L’interno è colossale e ci intimidisce: 200.000 tonnellate di terra e pietra che formano lunghi corridoi, massi decorati, quarzite bianca, pietre erette oblique, menhir, camera funeraria, nicchie, archi a volta a cesto su soffitti alti oltre 6 metri. In tutte le sale se ci si concentra in silenzio pare ancora di ascoltare i singhiozzi di Gràinne disperata per la perdita del suo amato. No, in realtà è Belén che fa la deficiente.
Propongo la mozione di andare in treno a Drogheda (pronuncia Drgdà) e poi da là prendere il bus che porta al centro visite di Newgrange. Mozione accolta. E fortunatamente perché la giornata è veramente bella e il treno passa lungo la costa. Dopo una mezz’oretta dalla partenza il treno effettua una fermata alla stazione di Lusk & Rush (pronuncia luscheràsc) e Belén mi trascina fuori dal treno prima che io possa vedere sulla guida dove ci troviamo. Siamo fuori perché il “nome del paese è divertente e tanto abbiamo tutto il tempo”. Peccato che non esista nessun paese chiamato Lusk & Rush, ma c’è solo questa stazione dispersa nel nulla a debita distante dal villaggio Rush sulla costa e l’altro villaggio Lusk sulle colline. Non ci siamo fermati al bel villaggio di Skerries con i suoi imponenti mulini a vento o a Balbriggan con il suo pittoresco porticciolo e la sua torre, ma alla Lusk & Rush Railway Station, dove non esiste nemmeno un pub dove aspettare il prossimo treno che passerà dopo oltre 2 ore. Arriviamo a Drogheda giusto in tempo per prendere l’ultimo bus per Newgrange. Quello delle 15.15. Prendendo il biglietto ci rendiamo conto che abbiamo controllo su internet gli orari per andare al sito archeologico, ma non quelli per tornare dal sito e l’ultimo bus parte esattamente alle 15.15! Partiamo lo stesso affidandoci a Belénos, il dio celtico del Sole. L’Apollo celtico pare che ci abbia ascoltato e riusciamo a farci dare un passaggio in macchina da Barry, simpatico studente di letteratura che nei fine settimana fa la guida nel sito e fa il cantante “ma non paragonatemi a quel fottuto di Bono, please”.
Visto da fuori, Newgrange è un deludente tumulo appiattito e ricoperto di erbacce. Ma sotto la superficie si cela la più bella tomba a corridoio dell’età della pietra di tutta l’Irlanda e uno dei più interessanti siti preistorici d’Europa. Risale al 32.000 a.C. circa ed è dunque più antica delle piramidi d’Egitto di circa sei secoli. Non è ancora chiaro lo scopo per cui venne costruito. Forse era il luogo di sepoltura dei re o un luogo in cui si svolgevano dei rituali, ma l’allineamento con il sole durante il solstizio di inverno fa pensare che forse veniva usato come calendario. Barry ci dice che il nome deriva dall’Irlandese “Cave of Gràinne”, allusione a un evento della mitologia celtica conosciuto da tutti bambini irlandesi. “The Pursuit of Diarmuit e Gràinne” narra l’amore illecito tra la moglie di Fion McCumhaill, capo della Fianna, compagnie di guerrieri che difendeva l’Irlanda dalle invasioni nemiche, e Diarmuit, uno dei suoi lungotenenti più fidati. Quando Diarmuit fu ferito a morte, il suo corpo fu portato a Newgrange dal dio Aengus nel vano tentativo di salvarlo, e la disperata Gràinne lo seguì nella grotta, dove rimase a lungo a vegliarlo dopo la morte.
Brú na Bóinne (la dimora del Boyne in irlandese) è un’area della valle del fiume Boyne delimitata tra le città di Slane e di Drogheda, dove il letto fluviale serpeggia in numerose anse. Qui è possibile ammirare un paesaggio archeologico, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, unico al mondo e ora minacciato da speculazione edilizia e infrastrutture di devastante impatto ambientale: un esteso complesso archeologico con oltre 50 monumenti costruiti nel neolitico da un’antichissima civiltà contadina preceltica repentinamente scomparsa. Il sito più interessante è proprio Newgrange. Una pietra superbamente incisa con decorazioni a spirale doppie e triple si erge a guardia dell’entrata principale della tomba. L’interno è colossale e ci intimidisce: 200.000 tonnellate di terra e pietra che formano lunghi corridoi, massi decorati, quarzite bianca, pietre erette oblique, menhir, camera funeraria, nicchie, archi a volta a cesto su soffitti alti oltre 6 metri. In tutte le sale se ci si concentra in silenzio pare ancora di ascoltare i singhiozzi di Gràinne disperata per la perdita del suo amato. No, in realtà è Belén che fa la deficiente.
Pic: Newgrange Burial Chamber
Song: The Dubliners – Spanish Lady
Link: www.knowth.com/newgrange.htm
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TheAmbassador ( )
ma non era droh’da?
mannaggia a te e al tunnel lastfm 😉
Gizzo.
antonio ( )
aspettiamo Belen sabato
utopie ( )
mmm… suppongo che a gizzo vada bene. non so se va bene a belen. nel senso che se è l’unica non italofona inevitabilmente tra noi si parla italiano e lei rimarrebbe esclusa. un paio di settimane fa ero a una cena con amici italiani e lei si è annoiata da morire… comunque se viene “la direttora” cerco di far venire anche la basca. 🙂
Anonimo ( )
fave l’unico problema so i bus di ritorno.
check that out.
utopie, siam pieni di catalani. credo che non si sentira’ sola 😀
utopie ( )
prova a dire a belen che è catalana e la basca ti mette una bomba in casa! vi dico se viene.
p.s. anonimo please firmati!
p.s.2 ma le tagliatelle sono quelle fatte dalle sapienti mani del direttore?
antonio ( )
Le tagliatelle provengono dall’antica sapienza ungherese, magari per non perdere l’autobus di ritorno mangiamo prima, deh. La direttora pare venga.
Gizzo, tegame, io arrivo la mattina e si parte subito con la produzione
Cheers
-Il Direttore
antonio ( )
dimenticavo, “antica sapienza ungherese” (cit)
Anonimo ( )
utopie, scusa ma non mi sono firmato!!
l’anonimo veneziano ero io.
e non voglio dare della catalana a belen, ci mancherebbe.
dico solo che siamo ben forniti di minoranze etniche iberiche!!!!
Gizzo
Anonimo ( )
allora figlioli non mangiate pranzo. che la cena e alle 6. tipicamente irish direi!!!! poi vi gestite la sbronza sull’ultimo autobusse.
tutto questo perche non ho abbastanza spazio in livinrum per farvi stare tutti comodi!!!
Gizzo
Anonimo ( )
caro maurizio, da come la descrivi la povera belen negli ultimi post pare che sia una deficiente che non fa altro che fumare cannoni, urlare in tombe e vestirsi come una befana… invece me la ricordo come una ragazza molto dolce e carina con sottili battute che ti ammutolivano.
trattami bene la spagnola che se no l’avviso di come la maltratti nel blog! Ricorda che ho ancora suo cellulare e email… 😉
utopie ( )
marika sei una imbecille! sai bene che io offenderei nel blog con brutte parole solo persone a cui sono legato da effetto e amicizia e solo se pensassi esattamente il contrario e solo se sapessi dell’ironia della persona. forse ho dipinto negli ultimi post belen in modo bizzarro perche’ era bizzarro il suo modo di comportarsi rispetto alla norma. spero di non averla dipinta come una deficiente… (prima o poi faro’ forse una breve biografia delle persone di cui parlo nei post come suggeriva roberto e mi pare pure tu).
@ gizzo. dunque cena alle 6pm (si iniziara’ presumibilmente almeno verso le 7pm) e l’ultimo bus e’ alle 8.30pm: piu’ che una cena, una merenda veloce… non e’ proprio possibile vedersi per pranzo? i tempi mi sembrano un pochino tirati… 🙂
Anonimo ( )
sono d’accordo con te mauri. anche io “offenderei nel blog con brutte parole solo persone a cui sono legato da effetto e amicizia e solo se pensassi esattamente il contrario e solo se sapessi dell’ironia della persona”. GRAN PEZZO DI DEFICIENTE! 😉
utopie ( )
mi prendo il deficiente senza offese e con orgoglio… 🙂
p.s. i commenti a questo post stanno scivolando nello “strettamente personale”, per insulti e tagliatelate contattami via email please.
Anonimo ( )
mauri che fai a capodanno? vieni da me per il cenone? purtroppo io abito a 4 ore di treno da casa tua e l’ultimo treno parte da casa mia alle 9pm e non ti posso ospitare a casa mia. ma tranquillo possiamo cenare alle 7. non venire prima però che ho da fare. ok? … lol
ma che amici hai in irlanda? 😀