attualità

Il peggio di Dublino – Parte prima


  • L’ Heineken Building

Nel cuore di Dublino c’è un palazzo patologicamente più alto degli altri. E’ moderno e grigio. Sulla sua facciata principale c’è una scritta gigantesca “Heineken”, che nella città della Guinness appare provocatorio. L’ Heineken Building è l’esempio più evidente dello stupro che Dublino ha subito con la costruzione di edifici moderni che sono affiorati negli ultimi anni, prevalentemente lungo il Liffey. I Dubs dicono che sono troppo moderni, invece è il contrario. Gli architetti non hanno avuto abbastanza coraggio e hanno progettato edifici moderni che facevano l’occhiolino all’antico (osceni finti tetti verdi in rame su palazzi di vetro, pleonastici mattoni amaranto su strutture di acciaio, etc.). Speriamo che il grandioso progetto di riqualificazione e urbanizzazione dei docklands (che comprenderà la discussa U2 Tower) non dia un colpo mortale alla città di Joyce.

  • La Provvisorietà

A Dublino se non si è irlandesi si è di passaggio. Non si rimane per sempre. E allora le amicizie, le conoscenze e gli amori durano poco. Perché finisce il corso di inglese, perché termina il contratto di lavoro, perché ci si trasferisce in un’altra città irlandese, perché il fidanzato ha detto di “tornare a casa”. E allora se non si frequentano esclusivamente autoctoni o se non si rimane chiusi nel proprio ristretto circolo amicale di connazionali le relazioni umane possono anche essere forti e intense ma inevitabilmente diventano quasi sempre transitorie.

  • Red Tape
Un tempo i documenti pubblici venivano chiusi con un nastro rosso. Per questo motivo la burocrazia in Irlanda si chiama “Red Tape”. La burocrazia irlandese (a parte poche eccezioni come il NDP-National Development Plan che sta utilizzando in modo esemplare i fonti europei e che non ha caso è stato oggetto di una sorta di “privatizzazione” svicolandolo da altri apparati statali) è una delle peggiori d’Europa e compete per inefficienza con quella italiana. Per ottenere il PPS number (una sorta di codice fiscale che vi serve per lavorare da queste parti) potrebbe capitarvi come me di dover andare negli uffici di Dublino 2 dove vi diranno di andare negli uffici di Dublino 11, dove vi diranno di andare negli uffici di Dublino 1, dove vi diranno di andare negli uffici di Dublino 2. In questi casi spesso risolutiva è la seguente frase: “Could I speak to your supervisor, please?”.

  • Traffic Jam

In gaelico Dublino si chiama Baile Átha Cliath, che significa “città del guado fortificato”. Dublino sorge su un ex acquitrino. Questo ha impedito in passato la costruzione di una anche piccola metropolitana sotterranea. E senza adeguati mezzi pubblici (il tram/Luas e il treno/Dart sono efficienti ma i bus sono un supplizio) la città diventa un inferno di macchine a passo d’uomo. Fatto comprensibile vista la configurazione urbana della capitale divisa a metà dal Liffey, ma nondimeno irritante e problematico (il tempo medio di viaggio da casa a posto di lavoro a Dublino è il più altro tra le capitale europee: 70 minuti). Sono previsti cambiamenti nei trasporti cittadini nei prossimi anni con l’interconnessione tra i diversi mezzi di trasporto e con il prolungamento sotterraneo di due linee di tram in centro città. Vedremo.

  • Temple Bar

Al centro di Dublino c’è una Disneyland cafona abitata quasi esclusivamente da italiani, spagnoli e francesi. In questo posto tra folle di turisti distratti potrete bervi una pinta di birra per 7 euro e rimanere pigiati tra centinaia di persone in pub e club volgarmente ristrutturati “old fashioned”. Parliamo di Temple Bar un quartiere degradato fino a qualche anno fa che la municipalità decise a freddo di far diventare quartiere culturale e turistico incentivando se non proprio pagando l’insediamento di gallerie d’arte, ristoranti, librerie, pub, centri culturali (qua ha sede l’Irish Film Institute e il Project). Tentativo fallito. Temple Bar puzza di plastica e di artefatto. La cultura e l’arte abitano altrove a Dublino. Evitate Temple Bar. In particolare il Venerdì e il Sabato sera.

Pic: Dublin Docklands
Song: Oscar Peterson – It’s a Marshmallow World
Link: www.templebar.ie


View Comments