Falls Road, Belfast
Partiamo dalla City Hall. Ci dirigiamo verso nord e attraversiamo Westlink. Il primo segno da cui si capisce di essere entrati in un quartiere “speciale” è il posto di osservazione dell’esercito in cima alla Divis Tower, un luogo tristemente noto nel periodo dei “Troubles” (termine inglese traducibile come “i disordini” indicante il conflitto nordirlandese, che si è svolto tra la fine degli anni ’60 e la fine degli anni ’90 in Irlanda del Nord e i cui effetti si sono allargati anche all’ Inghilterra e alla Repubblica d’ Irlanda e che ha causato oltre 3000 morti). Negli anni ’70 le forze dell’ordine occuparono gli ultimi due piani della Divis Tower, che utilizzano tuttora per tenere sotto controllo gli spostamenti della popolazione. Avvicinandoci notiamo i manifesti e le scritte sui muri che chiedono la “smilitarizzazione di Divis”.
Una volta superata la Divis Tower, guardiamo alla nostra destra sul lato opposto della via: notiamo l’inizio della cosiddetta Peace Line, una barriera alta 6 metri formata da lamiera ondulata, cemento e catene, che separa da trentacinque anni la comunità protestante da quella cattolica. Eretta nel 1970 come “misura temporanea”, è sopravissuta addirittura al muro di Berlino. Lungo complessivamente 4 Km, la divisione si snoda da Westlink fino alle pendici inferiori della Black Mountain. I varchi presenti rimangono aperti durante il giorno, ma dalle 17 alle 8 quasi tutti i passaggi vengono chiusi. Attualmente a Belfast si contano una ventina di barriere di questo tipo. Le più recenti sono sorte nel 2002 nella zona di Short Strand a East Belfast.
Proseguiamo e arriviamo a Solidarity Wall, una serie di murales che esprimono la solidarietà dei repubblicani nordirlandesi nei confronti dei palestinesi, curdi e armeni. Quando passiamo di fronte al graffito di solidarietà alla causa basca, l’architetto mi prende la mano e me la stringe fortissima. A fianco, dopo un graffito di commemorazione di Martin Meehan politico del Sinn Féin e primo condannato al carcere per otto anni in quanto volontario del Provisional Irish Republican Army (IRA), ce n’è uno raffigurante la pubblicità di un “black taxi”. I taxi neri sono taxi collettivi in servizio su percorsi fissi, che partono solo quando sono pieni, per poi far scendere e salire i passeggeri durante il tragitto. I “People’s Taxis” (taxi popolari) furono introdotti negli anni ’70 al posto dei servizi urbani di autobus che erano stati interrotti o soppressi a causa della violenza per le strade al culmine dei Troubles. Le associazioni che gestiscono i taxi sono imprese autogestite che crearono occupazione in quel periodo di grande difficoltà, dando spesso lavoro a ex detenuti che altrimenti non avrebbero trovato lavoro. Gli unionisti sostengono che i profitti dei taxi di Falls Rd servono a finanziare l’IRA.
All’incrocio con Sevastopol St sorge la sede del Sinn Féin (“noi stessi” in gaelico), un edificio di mattoni rossi caratterizzato dal famoso murale raffigurante un sorridente Bobby Sand, celebre per lo sciopero della fame che lo condusse nel carcere di Long Kesh alla morte nel 1981 poche settimane dopo essere stato eletto membro del parlamento. Sul muro è riportato una frase famosa dello stesso Sand: “Our revenge will be the laughter of our children”.
Superiamo il Ruby Emerald Take-Away di fronte al quale nel novembre del 1995 ha avuto luogo la storica stretta di mano tra il leader del Sinn Féin Gerry Adams e il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. Sulla sinistra sorge il Royal Victoria Hospital che negli anni dei Troubles si è specializzato nella cura di armi da fuoco. Lunga tutta Falls Rd si susseguono murales repubblicani oltre a targhe e monumenti in memoria delle persone morte durante gli scontri. Il vicino quartiere protestante con i suoi murales bellici e monarchici raffiguranti paramilitari in pose plastiche e regnanti incoronati sembra lontanissimo anni luce. E tu capisci da che parte sta il tuo cuore.
In Conway St vediamo un vecchio edificio decadente che ospita l’Irish Repubblican History Museum e Conway Mill, un linificio del XIX secolo che ospita oltre venti negozietti e laboratori d’arte, artigianato e mobili. Continuiamo a camminare e arriviamo al City Cementery e a Falls Park, da cui si accede al Miltown Cemetery, dove sono sepolte le persone morte durante lo sciopero della fame del 1981. Notiamo molte H verdi attaccate ai lampioni in ricordo dei blocchi H della prigione di Maze, dove erano incarcerati i protagonisti dello sciopero. La mia compagna di viaggio non parla e mi stringe sempre più forte la mano che non ha mai mollato da Solidarity Wall. Nella stretta non c’è nulla di romantico o tenero, ma è una vibrante richiesta di sostegno e solidarietà.
Torniamo indietro verso il centro. Incontriamo in Beechmount Ave un enorme murale con la scritta “Free Ireland”. Due vie più avanti troviamo il Plastic Bullet Mural che commemora diciassette persone, tra cui otto bambini, uccise dai proiettili di plastica (oggi vietati) sparati dalle forze dell’ordine. L’architetto interrompe il suo lungo silenzio e incomincia a singhiozzare e lacrimare. Mi abbraccia. Due signore e un giovane che fumano fuori da un pub vedono la scena e si avvicinano a noi e senza dire nulla ci abbracciano silenziosamente e allora anch’io non posso che sciogliermi e mi commuovo e i miei occhi si inumidiscono. Dopo alcuni intensi minuti propongo una pinta nel pub. Con Colm mi sento spesso via Skype, con Ms Marie e Ms Agata scambio ogni Natale e Pasqua dei garbati biglietti di auguri.
Pic: Solidarity Wall, Belfast
Music: Éire Óg – Go on Home British Soldiers
Link: www.sinnfein.ie
Roberto ( )
Presumo sia un segno della decisione presa…
Anonimo ( )
bella descrizione. ottima guida per la visita.
utopie ( )
-peut-être roberto peut-être. di fatto la giornata a belfast faceva parte del post “perfect days” che avevo promesso di scrivere.
-sandrina sono stato a Falls Rd quasi un anno fa, per ricordarmi vie e graffiti ho attinto impunemente alla guida “Ireland” Lonely Planet.
bacco1977 ( )
ergo, utopie irlandesi e’ diventato ricordi irlandesi?
Zax (Andrea) ( )
che dire … avevo già letto la voce su wikipedia tempo fa, ma sicuramente il tuo post è più emozionante. Mi fa specie ripensare che quei fatti (e che fatti !) sono successi pochi anni fa, ma in Italia è già un miracolo se qualcuno si ricorda di Bobby Sands …
alla prossima
Andrea
PS: adesso cerco il post che avevi fatto su Malta … ti lascio immaginare il perchè 😉
Anonimo ( )
Non ho mai chiesto ai miei colleghi britannici cosa ne pensano dell’IRA (ed anche della guerra alle Malvinas/Falkland). Adesso che, dopo un anno mi sento piu’inserito voglio chiederlo.
Ciao
Paolo
Anonimo ( )
Volevo dire, cosa ne pensano della questione nord irlandese in generale.
Scusate il refuso.
Paolo
utopie ( )
– andrea buona malta. dopo aver letto i miei post sull’isola alcune persone sono andate da quelle parti e in una delle nazioni più felici del mondo ora si trova anche buon lavoro e si può migliorare l’inglese.
– antonio/bacco come sai negli ultimi 2 mesi ho vissuto più a londra che a dublino. e per parlare di londra c’è quell’altro blog che prima o poi inizierò.
– paolo consiglio estrema diplomazia.
Paolo Valteroni ( )
Che dici, come sara’ Belfast sotto Natale? Pensavamo di farci un salto in treno il mese prossimo.
Anonimo ( )
Segnalo che in questi giorni a Dublino stanno dando il film hunger sui prigionieri politici dell’IRA e sulla morte di Bobby Sand.
utopie ( )
– paolo v. io sono particolarmente legato a Belfast. Ai suoi fantastici pub tradizionali, ai suoi memorabili ristoranti, ai suoi murales, alla Queen’s University, al parco Lagan Townpath, ai negozietti di Donegall St, al clima di rinascita e di pace dopo tanti anni di conflitto. Buona gita pre-natalizia!
– antonio ho visto hunger domenica scorsa. un film non facile che però tramite la descrizione di alcuni personaggi (i carcerati dell’IRA, le guardie carcerarie, il prete, l’aguzzino, etc.) ti da una idea del clima dei troubles.
Virtual Offices Dublin ( )
El camino queda es la carretera principal que atraviesa el oeste de Belfast en Irlanda del Norte; de Divis Street, en el centro de Belfast a Andersonstown en los suburbios. Su nombre es sinónimo de la república las comunidades en la ciudad. Es conocida como la calle más famosa de Irlanda del Norte, dibujo a muchos turistas durante todo el año.