Attrazioni Turistiche
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Smarrirsi in Città


Il caso psichiatrico urbano. La città che non dorme mai, senza sonno e senza sogni, poiché essa stessa immagine tangibile d’un universo onirico che sfugge la comprensione. Città senza passato, probabilmente per rimozione. Eppure il cosmo inconscio traspare in ogni street, in ogni avenue. New York come dire Manhattan, isola irragionevole, sintesi del mondo e del mondo eccedenza. Città scritta, descritta, fotografata. Esiste tutta una retorica relativa a New York, luoghi comuni ritratti in ogni skyline. Non c’è niente da aggiungere e allo stesso tempo ogni aggettivo o descrizione ha uno scarto rispetto al tentativo precedente.

Io non sono mai stato uno di quelli che “I love NY”. Ho sempre messo in evidenza ogni imperfezione, ogni mancanza d’eleganza, ogni contraddizione, ogni ingiustizia che questa città sa perpetrare. New York non possiede il passato cronologico delle città del vecchio mondo, eppure, attraverso quell?imbuto che fu Ellis Island, contiene le storie di moltitudini di persone e popoli. E’ un luogo altro nato fra le braccia dell?immigrazione. New York spuria e magnifica. New York ibrida e (dis)umana. New York spaventosa e attraente. E’ arduo afferrare il senso di quest?isola, è facile sfiorarlo quando ci si perde fra le ombre dei suoi palazzi. “Smarrirsi in una città come ci si smarrisce in una foresta” (Walter Benjamin). Consiglio di lasciar da parte le infinite guide alla città. Meglio rivedere qualche film (Allen, Scorsese, Lee, etc.). O leggere le poesie di Walt Whitman e di Allen Ginsberg. E ancora la musica urbana, da Sinatra a Charles Mingus, la New York state of mind di Billy Joel e quella underground di Lou Reed. Magari qualche episodio di Sex and the City, che rappresenta fedelmente un certo tipo di Manhattan.

Grattacieli di vetro, capannoni abbandonati, street ora profumate, ora fetide (ma se ami New York, ami anche i suoi odori), rifiuti a profusione, palazzi Art Dèco, case brownstone. Fusioni architettoniche di una Gotham City che cambia fisionomia all?insaputa di chiunque. Eppoi la gente. Un?intera scolaresca di fanciulli asiatici in Central Park, le moltitudini disorientanti di Times Square, i campi di basket affollati di giovani a torso nudo, ragazze spanish bardate, skaters, bambini che giocano con l’acqua in strada, preti che dispensano opuscoli in spagnolo, famigliole, ragazzi annoiati e artisti eccentrici nella quiete del Tompkin Square Park, i musicisti di strada, la New York bene su Park Avenue, la folla del sabato pomeriggio su Canal Street. Il riassunto vivente di ogni terra al di là dell’acqua. Il catalogo delle scelte di vita. Lo zoo che abita la giungla d?asfalto.

Subisco subito il fascino di questa città in modo malato, irragionevole, astorico. Non conosco altro modo di amare New York. L’energia, l?entusiasmo, la sregolatezza, la confusione traspaiono nel mio scrivere. La notte arriva lenta. Sono abbastanza inebriato da lasciarmi trascinare ovunque New York e i miei sensi compromessi vogliano condurmi. Prometto un resoconto sommario.